Sicurezza, i 3 cantieri mai partiti (con 2,5 milioni stanziati)
Gli interventi anti frane. Un piano abusivo anche sull’ex Soprintendenza
Sei alvei, in parte tombati, su un terreno molto friabile. Pendenze della montagna e più giù una miriade di case a mezza costa ed a valle. È il quadro nel quale si è consumata la tragedia di Casamicciola Terme. Uno scenario così avrebbe richiesto interventi capillari e costanti di manutenzione del territorio. I quali, però, non ci sono stati. Più che le risorse è mancata la capacità di spendere i soldi.
L’ultimo capitolo è quello dei due milioni e mezzo di euro che, a febbraio 2021, il ministero dell’Interno assegna al Comune per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. L’ente locale si è candidato con tre progetti per le località Paradisiello, Piccola Sentinella ed ex Cava Baino. Tutte a monte del centro abitato, nella Casamicciola alta. Nessuno dei tre cantieri, quando si è attivata la frana, era stato ancora avviato. La procedura in fase più avanzata era quella per la zona ex Cava Baino, importo a base d’asta di 821.837 euro. Il 22 agosto 2022 è stato approvato il verbale di gara e sono stati aggiudicati i lavori al Consorzio Stabile, sede legale a Salerno, per 496.793 euro oltre Iva. L’intervento in località Paradisiello, per un valore di 650.000 euro, è stato affidato a marzo 2022 per la progettazione ad un professionista di Benevento. Per i lavori di mitigazione del rischio idrogeologico in località Sentinella un anno fa il Comune di Casamicciola aveva pubblicato l’avviso esplorativo destinato ad individuare l’impresa che avrebbe poi dovuto effettuare le opere. La base d’asta era di 420.000 euro.
Ci sono, però, anche interventi di mitigazione del rischio idrogeologico più vecchi e mai partiti. Entrambi relativi al 2010 e varati dopo l’alluvione del 2009, per un importo complessivo superiore a 3 milioni di euro. Prevedono la messa in sicurezza degli alvei e della parte alta dell’abitato. Riferisce l’ingegnere Giuseppe Conte, che è stato sindaco a Casamicciola: «Se ne sono occupati un commissario statale, uno regionale e poi il presidente della giunta regionale, che ha chiamato in causa l’agenzia regionale Arcadis. Infine nel 2017 la palla è passata al Comune. I progetti non sono più andati avanti». Così come quello di messa in sicurezza dell’alveo La Rita, finanziato per 1.100.000 euro dalla Città Metropolitana non è mai partito, nonostante il contratto di appalto sottoscritto a luglio 2018. «Lì c’è una situazione — dice Conte — che la Protezione Civile regionale un anno fa ha definito catastrofica, anche perché il canale è in un tratto ostruito in gran parte dalle macerie di un albergo crollato». È l’hotel Santa Rita, struttura termale lesionata dal sisma del 2017 e crollato nel 2021. A marzo 2022 le cronache locali parlano di un sopralluogo sull’alveo dei tecnici della Città Metropolitana. Se a Casamicciola i cantieri di manutenzione del territorio sono rimasti fermi, quelli abusivi hanno sempre girato a pieno regime. Come nel resto dell’isola. Un caso surreale riguarda Lacco Ameno, dove nei primi anni Ottanta è stato edificato un piano abusivo su un palazzo del Settecento — Villa Ciannelli — che all’epoca era in parte in affitto alla Soprintendenza per i Beni Archeologici. Rimasta, poi, nell’immobile fino al 2012. «Gli abusi — riferisce Caterina Ciannelli, proprietaria di un’ampia porzione dell’edificio — sono stati realizzati da una famiglia che aveva acquistato da una mia parente una piccola parte della villa. Ho ottenuto ordinanze di demolizione, sentenze favorevoli dei giudici amministrativi e quant’altro, ma non sono ancora riuscita far eliminare quel piano. Su quest’isola sono fortissime le collusioni tra politici, tecnici e cittadini nel nome del cemento».
La denuncia
«Un alveo è in parte ostruito dai detriti di una struttura termale crollata nel 2021»