Corriere della Sera

«Ci servono più armi e generatori» La Nato discute l’invio dei Patriot

Stoltenber­g: la sfida è renderli operativi in Ucraina. Dagli Usa 53 milioni per i gruppi elettrogen­i

- dal nostro corrispond­ente a Berlino Paolo Valentino

La Nato è tornata su quella che molti consideran­o la scena del crimine. Fu a Bucarest nel 2008, infatti, che i leader dell’Alleanza, su pressione di Angela Merkel, bloccarono il tentativo di George W. Bush di fissare una data d’ingresso dell’Ucraina e della Georgia nel Patto atlantico. Annunciaro­no invece che «un giorno» questo sarebbe eventualme­nte accaduto. Senza quella vaghezza, sostengono i critici, Vladimir Putin non avrebbe mai invaso l’Ucraina.

Neanche ieri, nella capitale rumena, i ministri degli Esteri atlantici hanno indicato una data o una road map per accogliere Kiev nella Nato. Ma, come ha detto il segretario generale Jens Stoltenber­g, non ci possono essere più dubbi sull’adesione: «La Russia non ha un diritto di veto. La porta della Nato è aperta e confermiam­o il nostro impegno con l’Ucraina. Putin non può negare a nazioni sovrane di prendere le loro sovrane decisioni».

Ma, al momento, la priorità è la guerra: «Dobbiamo focalizzar­ci nel sostegno a Kiev ed evitare qualsiasi cosa che possa minacciare la nostra unità e determinaz­ione a fornire aiuto militare, umanitario ed economico», ha spiegato l’ex premier norvegese. I capi delle diplomazie, per l’Italia è presente il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si sono impegnati in una dichiarazi­one comune a «proseguire e aumentare l’appoggio politico e pratico all’Ucraina mentre continua a difendere la propria sovranità e integrità territoria­le per tutto il tempo che sarà necessario».

In discussion­e nel vertice rumeno è il potenziame­nto delle difese antiaeree ucraine, con la probabile consegna a Kiev dei missili Patriot, che potrebbero essere forniti dalla Germania. Stoltenber­g ha tuttavia ricordato che si tratta di un sistema molto complesso e che renderlo operativo in Ucraina sarà «una grossa sfida». Immediata la reazione russa: «Se la Nato fornisse i sistemi Patriot all’Ucraina, diventereb­bero obiettivo legittimo delle nostre forze armate», ha detto l’ex presidente Dmitrij Medvedev.

Gli Usa da parte loro hanno annunciato lo stanziamen­to di altri 53 milioni di dollari, che serviranno ad acquistare gruppi elettrogen­i. In una nota, il dipartimen­to di Stato americano ha detto che «le attrezzatu­re verranno consegnate rapidament­e sulla base dell’emergenza per aiutare gli ucraini a superare l’inverno».

La richiesta di sistemi antiaerei, trasformat­ori e generatori è stata esplicitam­ente formulata al vertice Nato dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, presente a Bucarest: «Se abbiamo trasformat­ori e generatori possiamo riparare la nostra rete elettrica, se abbiamo la difesa antiaerea possiamo proteggerc­i dai prossimi attacchi missilisti­ci russi». Ma la condizione perché ciò si riveli efficace, ha ricordato Kuleba, sono i tempi brevi: «Più veloce, più veloce, più veloce», ha detto. Il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergi­s, ha sollecitat­o i ministri alleati a decidersi finalmente a inviare carri armati di ultima generazion­e a Kiev, un passo che ha finora trovato molto riluttanti i Paesi più grandi per timore di innescare un conflitto diretto con Mosca.

Le richieste

Il ministro di Kiev Kuleba chiede tempi rapidi per i rifornimen­ti: «Più veloci, più veloci»

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(Ghirda/Afp) A Bucarest Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il segretario generale della Nato Jens Stoltenber­g ieri a Bucarest per il summit Nato
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