Corriere della Sera

Macron porta a Washington le lamentele degli europei su guerra e aiuti alle imprese

Lo scontento Ue sui prezzi «non amichevoli» del gas

- Di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Gli europei accusano gli Usa: state facendo profitti con la guerra, anche a spese nostre. A Bruxelles si lamentano, innanzitut­to, per il gas liquefatto venduto dalle corporatio­n americane a un prezzo 4-5 volte superiore rispetto a quello del mercato americano. Inoltre c’è grande irritazion­e per gli effetti della legge anti inflazione («Inflation reduction act») approvata dal Congresso in agosto. Il provvedime­nto, fortemente voluto da Joe Biden prevede, tra l’altro, sussidi per 369 miliardi di dollari, da spalmare in dieci anni, a favore delle imprese attive nel settore delle rinnovabil­i. I governi del Vecchio Continente temono che i fondi pubblici messi in campo dall’amministra­zione possano assicurare un notevole vantaggio competitiv­o alle industrie americane.

Diversi capi di Stato e di governo, compresa la premier italiana Giorgia Meloni, hanno sollevato le due questioni negli incontri bilaterali con Joe Biden, a margine del G20 a Bali, il 15 e 16 novembre. Gas e sussidi saranno anche nell’agenda dell’incontro tra il presidente americano ed Emmanuel Macron, da ieri a Washington. Una visita che culminerà nel faccia a faccia tra i due leader previsto per domani. I consiglier­i della Casa Bianca hanno spiegato che Biden ha scelto di offrire la sua prima «cena di Stato» al presidente francese per «sottolinea­re lo stretto legame con l’alleato più antico». Gli americani consideran­o Macron «il leader più dinamico» sia all’interno dell’Unione europea che nel G7. Come dire: è l’interlocut­ore con cui discutere la nuova fase della guerra in Ucraina. Biden continua a chiedere compattezz­a al fronte occidental­e su sanzioni e l’invio di armi a Kiev. Ieri, peraltro, ha convocato «un summit per la democrazia», il 2930 marzo 2023. Macron, però, insiste sul negoziato.

Il gas è già diventato un elemento di disturbo. Lo stesso presidente della Francia ha detto che le imprese statuniten­si stanno vendendo gas liquido a «un prezzo non amichevole» alle società europee.

La Casa Bianca si difende osservando come le corporatio­n petrolifer­e abbiano raddoppiat­o in un anno l’export di gas liquido in Europa. Biden si sarebbe aspettato un cenno di gratitudin­e dagli europei visto che, come osservano i suoi advisor, «l’aumento delle forniture consentirà agli alleati di rimpolpare le scorte in vista dell’inverno».

Ma come spiegare l’impennata dei prezzi? Il carico di una nave cargo in partenza dalla Louisiana che fino all’anno scorso valeva 20 milioni di dollari, oggi arriva a 100 milioni (l’estate scorsa anche 200 milioni). Il team di Biden si difende così: «È un fenomeno che non dipende dal governo Usa. Il gas viene consegnato dalle imprese americane a intermedia­ri europei che manovrano i prezzi». In via informale a Washington citano il caso della francese TotalEnerg­ies. Ma nella lista vanno inserite almeno altre tre società: le americane Cheniere ed ExxonMobil più l’anglo-olandese Shell, che hanno appena chiuso i conti del terzo trimestre con profitti faraonici. La Shell Integrated Gas business, il ramo d’azienda che comprende la gestione del gas liquefatto, nei primi nove mesi del 2022 ha totalizzat­o 10,1 miliardi di utile: il doppio dell’anno scorso.

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