Corriere della Sera

Lotta all’abusivismo, i dilemmi dei sindaci

- Di Gian Antonio Stella

«Diciamo la verità: concedere troppa autonomia ai sindaci su certi temi è un errore. Te lo dico io che sono sindaco, sono leghista, sono autonomist­a. Ci vuole un’autorità, su temi delicati come l’ambiente, che stia sopra di noi. E che non possa essere ricattabil­e. Perché anche in un paese come il mio, dove un tempo eravamo poverissim­i e oggi non lo siamo più, se viene un’impresa a proporre un altro ammasso di capannoni nella nostra campagna promettend­o d’assumere duecento persone faccio fatica a dire no». Saranno passati una ventina d’anni ma quel monito di Bepi Covre, un leghista della prima ora che dopo essere stato eletto sindaco a Oderzo salì su su fino a diventare deputato mantenendo intatta la sua carica d’entusiasmo nonostante mille delusioni culminate con l’espulsione dal partito prima di morire, un paio d’anni fa, è rimasto ficcato nei ricordi di chi l’ha conosciuto. Perché certo, l’Italia è piena di sindaci, di partiti diversi, che quotidiana­mente si spendono, talora fino all’eroismo, per fare il loro dovere dalla parte dei cittadini. E va loro reso onore. Le rivolte in questi giorni di troppi primi cittadini contro gli scienziati, i magistrati, i difensori del patrimonio ambientale e culturale italiano che denunciano le catastrofi causate «anche» dall’abusivismo e dal disordine urbanistic­o tollerato da troppe gestioni pubbliche clientelar­i, riportano alla memoria chi si rese conto del problema e lo denunciò. «Non ho avuto la fortuna di conoscerlo ma credo che quel sindaco veneto cogliesse nel segno», concorda il presidente onorario di Italia Nostra Campania Aldo de Chiara, magistrato a lungo impegnato contro l’abusivismo: «Certe scelte difficili vanno prese a un livello più alto perché è vero che i sindaci sono i più vicini ai cittadini e conoscono meglio i problemi dei compaesani. Specialmen­te in realtà piccole però, soprattutt­o in mondi chiusi come le isole, il sindaco e l’abusivo finiscono per andare dallo stesso panettiere e bere il caffè nello stesso bar. Non possiamo pretendere che quel sindaco mandi lui le ruspe a buttar giù la casa di quell’abusivo. Lo dico da anni: l’applicazio­ne delle sentenze d’abbattimen­to va tolta ai sindaci e affidata ad altri. Agenzie apposite che possono servirsi del Genio civile a spese dello Stato. E magari gli stessi sindaci potranno spiegare meglio ai concittadi­ni che le leggi vanno rispettate».

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