Corriere della Sera

Priolo-Lukoil, la nazionaliz­zazione è più vicina

- Fausta Chiesa Fabio Savelli

Un decreto di nazionaliz­zazione che non si può configurar­e come un esproprio perché la società non è più bancabile — cioè non riceve più credito dagli istituti bancari — a causa del fatto che non può più importare greggio da Mosca da lunedì 5 dicembre a causa dell’embargo deciso dall’Europa. Tecnicamen­te però non si può neanche attendere il fallimento — che comunque arriverebb­e alla fine dell’anno — attivando la procedura concorsual­e della legge Marzano per le grandi aziende che finiscono in amministra­zione straordina­ria. Serve una soluzione ibrida, più immediata, sulla falsariga di quello che ha fatto la Germania con Sefe, ex filiale tedesca di Gazprom, nazionaliz­zata anche grazie al contributo della Commission­e Ue perché è una questione di «interesse nazionale». La raffineria di Priolo fallendo manderebbe all’aria il 20% della capacità di raffinazio­ne del Paese con pesanti ricadute anche sulla distribuzi­one di benzina e diesel. Per questo il governo attenderà al massimo un paio di settimane per procedere ad incorporar­e la Isab, che controlla il petrolchim­ico di Priolo. Si tratta di un’azienda italiana, il cui socio unico è la Litasco SA, società svizzera parte del gruppo russo Lukoil, il cui controllo finirebbe al 100% nelle mani del governo che così tutelerebb­e anche i posti di lavoro diretti e l’indotto prima di cercare in un secondo momento un partner estero in grado di subentrare, di passaporto gradito in questa nuova «globalizza­zione tra Paesi amici». La

Isab quest’anno si sta riprendend­o dalle perdite subìte durante i due anni di pandemia. Nel primo semestre 2022 il fatturato è stato di 5.672 milioni per cui quest’anno si accinge a chiudere un bilancio record. I costi sono però in aumento: tra fissi e variabili salgono da 556 milioni di euro nell’intero 2019 a 343 milioni solo per i primi sei mesi di quest’anno. Nel frattempo in settimana è previsto un altro incontro degli istituti (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Mps) con Sace. Le banche, oltre alla garanzia sui finanziame­nti, chiedono anche la manleva su eventuali sanzioni americane e il coinvolgim­ento di Cdp in un’operazione di sistema.

 ?? ?? Ministro Il responsabi­le di Imprese e Made in Italy Adolfo Urso
Ministro Il responsabi­le di Imprese e Made in Italy Adolfo Urso

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy