Moda, Prada chiama Guerra per gestire la successione
Entra come ceo, Patrizio Bertelli presidente. Aiuterà il figlio Lorenzo
Andrea Guerra a 56 anni ricomincia da Prada. Da metà gennaio diventerà il nuovo amministratore delegato del gruppo di moda fino ad oggi guidato da Patrizio Bertelli e dalla moglie Miuccia Prada. Orizzonte temporale 3-5 anni e una strategia che prevede la creazione del primo gruppo italiano del lusso. Non è stato solo Patrizio Bertelli, 76 anni, a chiamarlo alla guida dell’azienda, piuttosto è stata una decisione di famiglia, approvata sia dalla stilista settantatreenne che dal primogenito Lorenzo, 34 anni, attualmente capo della responsabilità sociale del gruppo di moda.
«Sarà un viaggio», ha confidato Guerra agli amici più stretti. Con il compito di far crescere Prada e poi passare il timone a Lorenzo, che per i prossimi anni continuerà a occuparsi di sostenibilità. Al suo fianco, però, non avrà più un genitore, ma un manager esperto come Guerra, che in passato ha giò traghettato il gruppo Eataly dal padre Oscar Farinetti al figlio Nicola.
D’altronde, Guerra l’aveva anticipato qualche mese fa, concludendo la «formidabile esperienza» francese alla corte del re del lusso Bernard Arnault, patron di Lmvh, per «perseguire nuovi progetti più imprenditoriali», con la voglia di mettersi a disposizione del Paese. «L’Italia oggi è una piattaforma straordinaria, con tante idee e tanta creatività, tante generazioni di giovani cittadini del mondo», un terreno fertile sul quale avrebbe voluto lasciare il segno, confessò. Tracciando il percorso davanti a sé: accompagnare le aziende nel passaggio generazionale, un momento molto complicato, ma anche « una grande opportunità per lanciare un secondo ciclo generazionale dell’economia italiana».
Sono passati solo pochi mesi da quando, in primavera, ha deciso uscire (dopo appena due anni) da Lvmh, dove si occupava di ospitalità ed era membro del comitato esecutivo. Dopo gli inizi in Marriott Italia, alle spalle Guerra ha una carriera alla Merloni elettrodomestici, lasciata per passare alla Luxottica di Leonardo del Vecchio e poi ad Eataly, dopo una breve parentesi da consigliere economico dell’allora premier Matteo Renzi. Davanti a sé adesso l’obiettivo è un sogno antico, dar vita al primo gruppo del lusso italiano. Forse con nuove acquisizione, probabilmente con aggregazioni. «E’ un viaggio», ripete. La destinazione, però, è già nota: la voglia di costruire il made in Italy di nuova generazione. «Tocca provarci, per lasciare un segno», sussurra ai vecchi amici.