Corriere della Sera

Argentina, notte da dentro o fuori Ora serve (anche) il vero Lautaro

Con la Polonia in palio gli ottavi. L’interista non s’è ancora visto, ma Batistuta lo difende

- Di Arianna Ravelli

Il senso di sollievo è durato un giorno, ora è di nuovo alta tensione. Il c.t. Scaloni e Lisandro Martinez sembra che siano qui apposta, per evitare con la loro pacatezza la crisi di nervi collettiva. L’Argentina che ha battuto il Messico è tornata in vita, presa per i capelli da quel tiro di biliardo del suo lider maximo Leo Messi, ma non ancora qualificat­a: la solida Polonia, in testa al girone con 4 punti (e zero gol subiti), è l’avversario tutt’altro che facile di questa nuova sera da dentro o fuori (e il pensiero di più di qualcuno è corso al ’74 e al celebre 3-2 polacco).

I giornalist­i argentini vogliono sapere se è il turno dall’inizio di Enzo Fernandez, l’eroe del momento, l’autore del gol all’incrocio (la cosa più alla Messi vista con i messicani) battezzato con il nome di Francescol­i (uruguagio ma icona del River Plate), stellina del Benfica a 21 anni. Il resto del mondo chiede un confronto tra Messi (8 gol ai Mondiali come Maradona) e Robert Lewandowsk­i (77 gol con la Nazionale, come Pelè), ma sia Scaloni che Michniewic­z si guardano bene dall’imbarcarsi in un’impresa simile (piuttosto il c.t. polacco dice che Leo gli ricorda «Alberto Tomba per i suoi slalom»), c’è anche una domanda su Paulo Dybala che fin qui non ha giocato neanche un minuto («È una scelta tecnica, lui sta bene. Certo immagino voglia giocare…», la risposta laconica). Nessuno nomina Lautaro Martinez. Al momento ha forse più citazioni la moglie Agustina Gandolfo che è arrivata a Doha con la figlia, posta foto dalla spiaggia ed è una delle wags protagonis­te del Mondiale.

Il Toro per ora è una delle delusioni: la gara inaugurale con l’Arabia è stata una specie di supplizio, vissuta cadendo ogni volta nella trappola del fuorigioco (due gol annullati), con il Messico era solo dentro l’area, quasi sempre spalle alla porta, slegato dal resto della squadra, gli è arrivata una sola palla di testa che ha sprecato colpendola male e spedendola sopra la traversa. Spunti: nessuno. Iniziative in pari misura. L’interista è in uno di quei momenti così, ma il gioco della Selecciòn di sicuro non lo aiuta.

Così il dibattito coinvolge gli italiani d’Argentina, Gabriel Batistuta, qui in Qatar con altre glorie, lui che ha il record di gol con l’Albicelest­e (10), ha parole di conforto: «Lautaro è un grande attaccante, spesso decisivo, ma se il gioco non lo accompagna, non possiamo chiedergli miracoli. Ha sofferto un po’ perché l’Argentina in queste due partite non ha funzionato come ci aspettavam­o».

Bene, questa sera bisognerà fare di più. L’Argentina che ha vinto la Coppa America, la Scaloneta da 36 risultati utili consecutiv­i ancora non si è vista: «Ma questo è un Mondiale, non ho visto squadre dominare, forse solo la Spagna con Costa Rica, ma poi ha faticato con la Germania», la risposta del tranquillo Scaloni che smonta persino una delle poche certezze, la rivalità con il Brasile già qualificat­o: «Io da sudamerica­no sono contento. Voglio che l’Argentina vinca, altrimenti spero lo facciano loro».

Questa sera però serve rispondere alla Seleçao. I tifosi non mancano, in 4 mila sono venuti qui a Doha, poi la folta comunità del Bangladesh (per antiche ragioni anti-inglesi) fa un tifo indiavolat­o. «Sentiamo l’amore muto della nostra gente». Un bell’urlo, magari per un gol di Lautaro, renderebbe il sentimento ancora più dolce.

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(Getty Images) Deludente Lautaro Martinez, 25 anni, fin qui in ombra

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