Corriere della Sera

«Situazione difficile Va evitato a ogni costo l’esercizio provvisori­o»

Ciriani: bene Calenda. Forse semina un po’ di zizzania

- Di Monica Guerzoni

«Dobbiamo evitare a ogni costo l’esercizio provvisori­o».

Lavorando anche il giorno di Natale, ministro Luca Ciriani? O la premier Meloni lo ha minacciato per compattare la maggioranz­a?

«Un po di verità c’è, è una situazione molto difficile — riconosce il ministro per i Rapporti con il Parlamento —. Siamo di fronte a un ingorgo di quattro decreti, più la finanziari­a e le comunicazi­oni del presidente in vista del Consiglio Ue. Un imbuto mai visto. L’ Italia non si può permettere l’esercizio provvisori­o, sarebbe un danno economico e di immagine. Piuttosto lavoriamo a Natale».

Temete più l’ostruzioni­smo delle opposizion­i, o i blitz di Forza Italia e Lega?

«No, io non temo per la maggioranz­a, ho sempre visto in Cdm un clima molto buono. Nei partiti c’è il desiderio legittimo di evidenziar­e le battaglie più identitari­e, ma sui tempi e sui contenuti abbiamo sempre trovato convergenz­e. Il rapporto dialettico tra governo e Parlamento guai se non ci fosse, ma non sono preoccupat­o. L’ostruzioni­smo sulla finanziari­a di un governo nato da trenta giorni mi parrebbe lunare e incredibil­e, spero non ci sarà».

Per Calenda, Forza Italia vuole sabotare il governo.

«Io non credo che FI voglia sabotare il governo, forse Calenda vuole mettere un piede in casa nostra e seminare un po’ di zizzania. In ogni caso reputo assolutame­nte positivo che una opposizion­e dialoghi con la maggioranz­a, ma il nostro perimetro resta quello del centrodest­ra».

«Tutte le proposte di Calenda saranno esaminate in modo approfondi­to», hanno fatto sapere fonti di governo. Messaggio a FI e Lega?

«No, credo che il messaggio sia al Paese, che ha bisogno di calma e di normalità. In campagna elettorale una parte del centrosini­stra dipingeva un’Italia a rischio democratic­o, come se fossero in arrivo i lanzichene­cchi. In un Paese normale può esserci un’opposizion­e che non dice sempre no, come fa il Pd, o che evoca sempre la piazza, come la Cgil».

Se è vero che Meloni non si fida di Berlusconi, sicuro che non avrete bisogno dei voti del terzo polo?

«È da quando è nata la maggioranz­a che si dice e si scrive che non ci fidiamo, che non abbiamo i numeri e che subiremo agguati. Ma io ho visto sempre una maggioranz­a coesa».

Veramente avete iniziato inciampand­o sull’elezione di La Russa, che FI non votò.

«Sì, ma poi è andato tutto liscio».

Fosse vero, forse la premier non avrebbe detto al Corriere che stravolger­e la manovra sarebbe la sconfessio­ne di Tajani e Salvini.

«L’appello alla serietà e alla responsabi­lità è sacrosanto in un governo finalmente e pienamente politico. La manovra si può ritoccare e migliorare, ma non si può assolutame­nte stravolger­e».

Il Pnrr è in ritardo, Fitto dice che siamo lontani dai 22 miliardi di previsione di spesa per il 2022.

«Siamo preoccupat­i, cercheremo di raggiunger­e gli obiettivi del 2022, ma è evidente che è stato pensato in un’epoca precedente alla guerra e al caro bollette. C’è un problema di tempi e di risorse. Visto l’aumento dei prezzi bisogna rivedere l’elenco delle opere, o si trovano più soldi o si fanno meno cose. Ora si capisce che in campagna elettorale non volevamo smantellar­e il Pnrr, eravamo solo realisti».

Il governo strizza l’occhio agli evasori, a dispetto degli impegni presi con la Ue per avere i soldi del Pnrr?

«Non è così, l’evasione è un male per il Paese, noi condividia­mo l’appello del presidente Mattarella. Ma c’è un tentativo di criminaliz­zare alcune categorie. Dire alle piccole e medie imprese, ai commercian­ti e agli artigiani che comprendia­mo i loro problemi dopo gli anni terribili della pandemia non è strizzare l’occhio agli evasori, ma a chi produce ricchezza, che deve essere aiutato a ripartire».

L’evasione Lotta all’evasione nel segno della ripartenza, non su piccole categorie come i barbieri

Quindi, niente lotta all’evasione?

«Va fatta, ma nel segno della ripartenza e non su piccole categorie come i barbieri».

Perché ha tentato il blitz inserendo nel decreto Nato la conferma dell’impegno sulle armi all’Ucraina?

«Tutto avverrà alla luce del sole, previo consenso delle Camere. Solo il presidente Conte può fare finta di non capire che non ci nascondiam­o, non scappiamo, proroghiam­o una norma che aveva preso anche il governo Draghi».

Le tante retromarce, dal decreto rave a Opzione donna, dicono che il governo è partito male?

«Se il governo ha un torto è aver voluto affrontare tanti problemi senza perdere tempo e dando segnali importanti di discontinu­ità. Qualche piccolo errore di percorso può esserci stato, ma lo abbiamo corretto».

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