Concordato «preventivo» per le imprese
Uno degli obiettivi della riforma è quello di favorire un rapporto migliore e meno conflittuale tra il Fisco e il contribuente.
Il primo segnale, in questo senso, è la scelta di eliminare la decadenza dai benefici fiscali in caso di inadempimenti formali o di minore gravità. In generale è prevista una riduzione degli obblighi e una razionalizzazione delle dichiarazioni, incentivando le precompilate. Per le piccole e medie imprese viene introdotto il «concordato preventivo biennale»: ai fini delle imposte si paga quanto pattuito per due anni e in questo modo ci si mette al riparo dai controlli successivi. Per le imprese di maggiori dimensioni, invece, si prevede il potenziamento della «cooperative compliance», puntando a favorire l’adempimento spontaneo attraverso l’azione di tutoraggio e dialogo con l’amministrazione. Sempre nell’ottica di configurare un Fisco meno ostile agli occhi dei contribuenti, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo indica la volontà di «dare un po’ di quiete al contribuente in periodi particolari dell’anno, come i mesi di agosto e dicembre, in cui non arrivino le lettere di compliance, atti o altri documenti che possono generare difficoltà ai contribuenti».
Sul fronte della riscossione, l’obiettivo è un graduale superamento del ruolo esattoriale e un accesso semplificato a pagamenti fino a 120 rate. Le sanzioni saranno riviste: in caso di omessi versamenti non reiterati, ad esempio, diventeranno più proporzionali rispetto a quanto contestato. Non è possibile, ha sottolineato il governo, che in Italia le sanzioni «possano arrivare fino al 120% e in alcuni casi al 240% quando negli altri Paesi non si supera il 60%».