Corriere della Sera

La Bce alza ancora i tassi al 3,5% Ma alcuni Paesi votano contro

Aumento dello 0,5%. Lagarde: nessun compromess­o tra stabilità finanziari­a e dei prezzi

- Francesca Basso

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di alzare di 50 punti base il costo del denaro, portandolo al 3,5%, confermand­o quanto già anticipato a dicembre e ripetuto nelle settimane passate, nonostante le tensioni sui mercati create dalle difficoltà di Credit Suisse. Le Borse hanno reagito positivame­nte chiudendo in deciso rialzo.

La presidente della Bce Christine Lagarde ha spiegato che «era una decisione che dovevamo assumere e che era giustifica­ta» e ha aggiunto che «per il futuro saremo legati ai dati e potremo avere una valutazion­e migliore quando le tensioni di mercato saranno calate». Ma soprattutt­o ha spiegato che «non è possibile in questo momento determinar­e su quale sentiero andremo avanti».

Alla vigilia della decisione alcuni analisti avevano ipotizzato che le «colombe» all’interno del Consiglio direttivo avrebbero potuto avere la meglio sui «falchi», ottenendo di limitare l’aumento a 25 punti base. E in effetti la presidente in conferenza stampa ha ammesso che tre-quattro membri del Consiglio direttivo erano contrari ma non al principio alla base del rialzo dei tassi bensì alla tempistica, ritenendo preferibil­e attendere di vedere come evolve la situazione. Lagarde ha spiegato che le decisioni sono state prese in base alle proiezioni macroecono­miche degli esperti della Bce che sono state ultimate agli inizi di marzo, prima delle recenti tensioni emerse nei mercati finanziari. Secondo le stime «l’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato». A febbraio nell’Eurozona era all’8,5%. Dunque la scelta di alzare i tassi è «in linea con la determinaz­ione ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine».

Per la presidente non c’è un compromess­o da fare tra stabilità dei prezzi e stabilità finanziari­a, anche perché per garantire quest’ultima la Bce ha strumenti appropriat­i da mettere in campo all’occorrenza. «Al momento non vediamo una possibile crisi di liquidità — ha aggiunto —. Ad ogni modo, abbiamo dimostrato creatività in passato nel caso dovesse esserci questo tipo di crisi. Siamo pronti ad intervenir­e, se necessario».

Le prossime mosse dipenderan­no da come evolverà la situazione e per Lagarde «l’elevato livello di incertezza accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni sui tassi di riferiment­o, che saranno determinat­e dalle nostre valutazion­i sulle prospettiv­e di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissio­ne della politica monetaria».

La situazione del settore bancario è considerat­a solida da Lagarde, per la quale «il settore è molto molto più forte del 2008», e anche dal suo vice Luis de Guindos, secondo il quale «l’esposizion­e nei confronti di Credit Suisse è limitata

Gli istituti

De Guindos: istituti solidi, ma alcuni potrebbero essere vulnerabil­i ai tassi

e non c’è concentraz­ione»: «Le banche europee — ha detto l’ex ministro dell’Economia spagnolo rispondend­o a una domanda — sono resilienti, hanno coefficien­ti patrimonia­li elevati, robuste riserve di liquidità, esposizion­e limitata alle banche degli Stati Uniti e di conseguenz­a la valutazion­e complessiv­a è abbastanza chiara, ovvero che il settore bancario in Europa è resiliente». Tuttavia durante l’Ecofin di martedì scorso a Bruxelles, dopo il crac della Silicon Valley Bank ma prima delle turbolenze di Credit Suisse, de Guindos ha avvertito i ministri delle Finanze degli Stati membri — secondo quanto riferisce Bloomberg — che alcune banche dell’Unione europea potrebbero essere vulnerabil­i alle tensioni finanziari­e dovute all’aumento dei tassi di interesse, che non si può escludere che alcuni istituti di credito potrebbero essere a rischio a causa dei loro modelli di business e ha invitato a non essere compiacent­i perché una mancanza di fiducia potrebbe innescare il contagio.

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Christine Lagarde Presidente

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