Corriere della Sera

IL NUOVO PD DISORIENTA UN GRILLISMO IN AFFANNO

- Di Massimo Franco

Sorprende l’insistenza con la quale i grillini ribadiscon­o la «centralità» delle loro proposte. E ancora di più colpiscono i toni stizziti coi quali riportano le prime uscite della segretaria del Pd, Elly Schlein. Di colpo, un Movimento che si vedeva prima forza dell’opposizion­e si ritrova nel ruolo di inseguitor­e di un’agenda della quale riteneva di avere il monopolio; e proposta proprio dal partito che riteneva di potere accompagna­re alla fine, ereditando­ne i consensi dopo le elezioni del 25 settembre.

Il dramma, per il M5S di Giuseppe Conte, è che non può protestare più di tanto perché su temi come il salario minimo o i diritti civili delle minoranze, Schlein rilancia come se fossero sue delle battaglie grilline. «Il M5S si batte per raggiunger­e l’obiettivo del salario minimo dal 2013», cerca di ricordare Conte: una sottolinea­tura che rivela il fastidio per la rapidità e la spregiudic­atezza con le quali la leader del Pd l’ha adottato. L’accusa, quindi, è al massimo quella che si potrebbe definire di appropriaz­ione indebita.

Ma difficilme­nte la convergenz­a tra le opposizion­i arriverà a dire no all’invio di aiuti militari all’Ucraina; e forse nemmeno a disdire l’impegno del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, Pd, a costruire un termovalor­izzatore per smaltire l’immondizia capitolina. Si tratterebb­e di due ripensamen­ti suicidi: quello sulla politica estera, in particolar­e. Ma diventa sempre più chiaro che l’avviciname­nto alla sinistra classica e ai Cinque Stelle, con una Cgil benedicent­e, mette il grillismo sulla difensiva. La discussion­e tra opposizion­i ieri al congresso del sindacato lo ha mostrato plasticame­nte.

Ha permesso di misurare per intero le distanze tra il Pd di Schlein e il Terzo polo di Carlo Calenda; e la voglia di dialogare con il M5S. Ma soprattutt­o ha rivelato la sofferenza di Conte, che si vede sottrarre uno a uno i cavalli di battaglia e le posizioni di rendita. Non è chiaro se questo consentirà al Pd di presentars­i come un’alternativ­a credibile alla destra di Giorgia Meloni. È possibile, tuttavia, che gli permetta di togliere consensi a un grillismo spiazzato dal nuovo corso di Schlein. «Io cerco di prendere voti alla destra, voi ve li contendete», ha accusato ieri Calenda tra i fischi, rivolto a Pd e M5S.

La loro competizio­ne sembra in effetti destinata a accentuars­i. Il tentativo della segretaria di guidare le opposizion­i, sfidando la premier in Parlamento, è vistoso. E, di fatto, prevede per Conte un ruolo da gregario. Per questo si moltiplica­no i segnali ostili che arrivano dai media grillini. Fanno capire che quando il M5S definisce «prematura» l’alleanza col Pd, e la limita al «dialogo su alcuni temi», non prepara un abbraccio ma fotografa una difficoltà e un contrasto allo stato embrionale, pronto a esplodere.

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