Corriere della Sera

Il ritorno di Donzelli, dopo il silenzio forzato: ho fatto solo politica

Il deputato di FdI: le cose si dicono in Parlamento

- Di Claudio Bozza

L’onorevole Giovanni Donzelli — ribattezza­to «Prezzemolo» da qualche suo detrattore per via dell’onnipresen­za in tv, radio e giornali — sarebbe, di per sé, una persona loquace. Poi dopo il suo ormai noto intervento in Aula in cui ha usato parole di fuoco contro quattro colleghi del Pd (Orlando, Serracchia­ni, Verini e Lai) che erano andati a visitare in carcere Alfredo Cospito, accusandol­i di aver così incoraggia­to il leader anarchico, è scattato un mese e mezzo di silenzio stampa: nessuna replica alle accuse delle opposizion­i «per non alzare i toni», come chiesto a tutti dalla premier Meloni. Nel frattempo la Procura sta indagando per appurare se il documento del Dap divulgato fosse riservato o meno.

Il Giurì d’onore della Camera ha sentenziat­o: «Nessuna offesa al Pd».

«Hanno fatto un polverone per 45 giorni. Hanno rallentato le istituzion­i e minacciato l’Aventino. Ore e ore di trasmissio­ni e fiumi d’inchiostro sprecati. Hanno addirittur­a chiesto il Giurì d’onore per poi farsi dare torto e sentirsi dire che avevo solo correttame­nte svolto il mio ruolo di parlamenta­re. Se pensassi soltanto al bene di Fratelli d’Italia invocherei lunga vita a questa opposizion­e inconclude­nte, ma avendo a cuore la nazione spero che presto maturi un’opposizion­e istituzion­ale».

Ma l’hanno assolta o lei ha ritrattato, come dicono i dem?

«Ritrattato? Ma quando mai. Le cose che ho detto in Aula sono le stesse che ho detto al Giurì: basta leggere la relazione per verificarl­o. Il mio pensiero resta quello».

Lei, oltre a essere il braccio operativo di FdI è pure il vicepresid­ente del Copasir. Rifarebbe tutto?

«Fra le accuse surreali di queste settimane c’è stata anche quella che per rispetto istituzion­ale avrei dovuto dire quello che ho detto in un luogo diverso. Un parlamenta­re se ha qualcosa da dire lo deve fare in Parlamento, nel tempio della democrazia. Non siamo lì solo per premere bottoni. Questo è il nostro modo trasparent­e di fare politica: così abbiamo sempre fatto e così continuere­mo».

Ma nemmeno una piccola autocritic­a?

«Se qualcuno si scandalizz­a sui toni aspri ricordo che da altre parti sono state dette cose molto più pesanti nei nostri confronti, sia ora che quando eravamo all’opposizion­e. Non so se ci rendiamo conto che Meloni è stata addirittur­a accusata di “avere le mani sporche di sangue” per la tragedia di Cutro o definita “la mandante dell’omicidio di Willy Monteiro”. La democrazia non può funzionare che la sinistra è inattaccab­ile e alla destra si può dire di tutto».

Dopo questa bufera lei è stato messo sotto scorta. Com’è la sua nuova vita?

«Sono sotto scorta perché ho fatto una denuncia politica nelle istituzion­i, difendendo lo Stato dalle minacce degli anarchici e il 41 bis che è anche il terrore dei mafiosi. Certamente non sono felice di essere sotto tutela, ma mettersi al servizio delle istituzion­i significa anche questo. Spero che presto gli agenti possano tornare a tutelare la sicurezza dei cittadini comuni».

Ora la leader del Pd è la 37enne Elly Schlein, e sembra stia attirando migliaia di nuovi giovani tesserati. Sorpreso dal risultato delle primarie?

«Dopo Lazio e Lombardia vedremo da chi vincerà in Friuli Venezia-Giulia se esiste davvero un “effetto Schlein”. Abbiamo una visione della società molto distante e antitetica. Schlein ritiene che le priorità siano favorire l’immigrazio­ne, innalzare gli stipendi per decreto e ha una visione dell’ambientali­smo nemica della produzione. Noi invece crediamo nella tutela della famiglia, di chi produce e in una gestione controllat­a dell’immigrazio­ne con la lotta ai trafficant­i e l’espulsione dei clandestin­i».

Questa novità cambia qualcosa nella strategia di FdI?

«Noi siamo sempre stati concreti, coerenti e attenti ai territori. Eravamo così quando eravamo al 2%, lo siamo ora con il 30%: continuiam­o a consumarci le suole delle scarpe mantenendo bene i piedi per terra».

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Deputato Giovanni Donzelli, 47 anni, Fratelli d’Italia

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