Corriere della Sera

L’ambiente costa caro a Rutte: boom degli «allevatori»

La reazione alla legge green sulle emissioni spinge il nuovo partito populista: alle locali lo vota uno su 5

- Irene Soave

Le placide vacche pezzate bianche e nere, o bianche e rosse, sono parte del paesaggio-cliché dei Paesi Bassi quasi come tulipani e mulini. Eppure proprio sul destino delle vacche — e di 100 milioni di animali in tutto, compresi anche maiali e polli — si è scontrato, alle elezioni provincial­i di mercoledì, il premier Mark Rutte.

La rabbia contro il suo «Memorandum per le aree agricole», proposto quest’estate per ridurre le emissioni di azoto, è stata benzina alle urne per il nuovo partito populista emergente nel panorama politico olandese: il Boer Burger Beweging, letteralme­nte «movimento civico dei contadini», ha preso il 19% dei voti. Quando nel 2021 era entrato in Parlamento si era aggiudicat­o solo un seggio; ora l’assemblea delle province, appena rieletta, è composta in modo da garantirgl­iene, solo in Senato, come minimo 15. Ciò renderebbe il nuovo partito il più grande blocco nella camera alta a pari merito con la coalizione di verdi e laburisti; mentre la coalizione di Rutte, liberal-conservato­re, si vedrà probabilme­nte ridurre il totale dei seggi, da 32 a 24. Mark Rutte, premier più longevo della storia dei Paesi Bassi — è alla guida del governo dal 2010 — si è congratula­to, ma ha anche dichiarato che «il governo rimarrà stabile nei prossimi anni».

È da vedere, e anche i prossimi scogli all’azione di governo saranno, prevedibil­mente, ambientali.

Da un lato, lo scontro con il partito degli allevatori. La leader Caroline van der Plas, dalle espression­i istrionich­e e dal forte carisma popolare, è una ex giornalist­a specializz­ata in agricoltur­a e allevament­o. Ieri all’Aia ha festeggiat­o. «I Paesi Bassi hanno chiarament­e dimostrato di essere stufi di queste politiche ambientali», ha detto.

Sotto accusa è il Memorandum di Rutte, che recepisce le soglie europee per l’inquinamen­to da azoto e ammoniaca, fortemente legato agli allevament­i (cioè a feci e urina del bestiame). Che per legge dovranno ridurre di un terzo, è questa la stima, i 100 milioni di capi fra mucche, maiali e galline allevate nella «stalla d’Europa»: i Paesi Bassi sono, nella Ue, il membro con più alta densità di bestiame, e 11.200 aziende sono destinate alla chiusura se non si riconverti­ranno. Il governo si offre anche di rilevarle, ma pochi hanno accettato. «Non si tratta solo di azoto, si tratta di cittadini che non vengono visti, ascoltati, presi sul serio», ha sbottato van der Plas.

Ma l’ambiente costerà a Rutte anche a sinistra. In Senato, dopo la batosta di mercoledì, sarà costretto ad appoggiars­i alla coalizione di verdi e laburisti se intende approvare la nuova legge. E gli «alleati» gli chiederann­o un dazio più alto di quello che sarebbe disposto a pagare: ad esempio, la chiusura in due anni di tutte le centrali elettriche a carbone.

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Caroline van der Plas, leader dei «BBB»
Leader Caroline van der Plas, leader dei «BBB»

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