Varsavia darà i jet a Kiev: è il primo Paese Nato Diffuso il video del drone
Biden spinge la controffensiva, contatti Kuleba-Pechino
La Polonia invierà nei prossimi giorni almeno quattro Mig-29 a rafforzare l’aviazione ucraina e altri cinque o sei potrebbero seguire a breve. L’annuncio ieri del presidente Andrzej Duda era atteso da qualche tempo, ma è un passo significativo: per la prima volta il fronte alleato che fa capo alla Nato fornisce caccia per combattere l’invasione russa. Non sono i nuovi F-16 americani che farebbero la differenza con l’aviazione nemica, ma vecchi modelli dell’era sovietica che però i piloti ucraini conoscono bene (ne possedevano oltre 120 all’inizio della guerra), possono utilizzare subito e rappresentano un salto di qualità nella dinamica degli aiuti militari occidentali. Già durante le prime settimane della guerra, la Polonia si era offerta di donare i suoi velivoli dell’epoca sovietica, ma chiedeva in cambio che venissero sostituiti con gli F16. Allora era stata l’amministrazione Biden a dirsi contraria. Ma il principio non cambia: Varsavia ribadisce che i soldati ucraini combattono e rischiano la vita anche per difendere l’Europa democratica e fanno da scudo agli ex satelliti dell’Urss decisi a restare legati a Bruxelles contro le mire imperiali di Putin.
La sfida dei cieli viene rilanciata dalle tensioni cresciute tra Washington e Mosca dopo che, tre giorni fa, i caccia Su27 russi hanno causato la caduta nelle acque del Mar Nero del drone americano MQ-9, che volava disarmato in missione di monitoraggio al di fuori dello spazio aereo russo. Gli americani, dopo avere visionato le immagini inviate dal drone, hanno accusato gli aerei russi di avere prima cercato di «accecare» la telecamera di bordo rovesciandole sopra del carburante e quindi urtato il velivolo causandone la caduta in una zona di mare a circa 100 km sud-ovest dalla Crimea. Mosca nega e ribadisce che sarebbero state le manovre «maldestre» dei piloti da remoto a causare l’incidente. Ieri la Casa Bianca ha così deciso di rendere pubblici circa 40 secondi di video (su oltre 40 minuti) in cui si distingue un primo aereo che pare rovesciare del carburante sul drone, quindi un secondo che causa una sorta di blackout al filmato e infine l’immagine di una pala dell’elica piegata, apparentemente dall’urto. «Abbiamo diffuso il video per chiarire al resto del mondo il modo in cui i russi stanno mentendo», ha dichiarato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby.
Ad alimentare la contesa c’è anche il tentativo russo di imporre una sorta di no-fly zone a ridosso della Crimea per impedire le attività dei droni spia Usa che forniscono dati sensibili ai comandi ucraini. Mentre gran parte dell’esercito russo resta impantanato nella battaglia per il controllo della cittadina di Bakhmut nel Donbass, sembra che gli americani si stiano coordinando per lanciare la grande offensiva ucraina entro maggio. Da Kiev trapela che potrebbe avvenire anche prima, giusto il tempo per fare arrivare le unità addestrate nei campi della Nato e le armi necessarie per dare la «grande spallata». In questo quadro, si aggiunge l’iniziativa di pace cinese: la settimana prossima il presidente Xi Jinping dovrebbe vedere Vladimir Putin a Mosca e quindi parlare per telefono con Zelensky. Un colloquio che ha visto ieri una fase preparatoria nella telefonata tra il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e Qin Gang, alto responsabile degli Esteri a Pechino, che hanno discusso «dell’importanza del principio dell’integrità territoriale».