Corriere della Sera

Il Rolex per la cresima Le lettere dell’amante: «Tu sei il mio regalo»

Il legame con il figlio dell’arrestata nato nel 2003

- Di Giovanni Bianconi

Padrino di mafia e padrino di cresima. L’indagine sui nuovi presunti fiancheggi­atori di Matteo Messina Denaro svela il doppio ruolo del boss stragista: capo di Cosa nostra, ma anche uomo dalle molteplici relazioni affettive estese oltre la famiglia d’origine. E così, se la donna che l’ha accolto in casa (insieme al marito) fino alla vigilia della cattura, gli scriveva anni addietro «il bello della mia vita è stato quello di incontrart­i», al figlio che pure incontrava regolarmen­te in quell’appartamen­to di Campobello di Mazara l’ex latitante si rivolgeva chiamandol­o «figlioccio».

Lei è Lorena Lanceri, 48 anni compiuti da poco; lui è suo figlio Giuseppe Bonafede, nato nel 2003, che nel 2017 s’è cresimato e per l’occasione ha ricevuto da Matteo Messina Denaro un orologio Rolex, modello Oyster Perpetual, del valore di 6.300 euro. Regalo importante, come il Rolex che il capomafia regalò a sua figlia Lorenza nel 2014, quando compì 18 anni.

Su quell’orologio i coniugi Bonafede hanno fornito versioni discordant­i, ma i carabinier­i del Ros sono risaliti alla gioielleri­a del centro di Palermo dove fu acquistato nel gennaio 2017, scoprendon­e il prezzo. E tra i documenti sequestrat­i nella casa di Campobello abitata negli ultimi mesi da Messina Denaro ce n’era uno con il riassunto di entrate e uscite dove si legge: «Gennaio 2017, 23.000, spesi 18.350», poi una freccia e una parentesi: «(+6.300 Orol.)».

Per gli inquirenti è la prova che a finanziare l’acquisto del regalo è stato proprio il boss che il 13 gennaio scorso inviò un messaggio vocale a Giuseppe dicendogli «Figlioccio, io sono a Palermo», e che il giovane chiamava «parrino». Avendo cura, come emerge dai messaggi scambiati con la madre, che non fosse in casa quando lui doveva rientrare con qualche amico, o ricevere una consegna: «E se viene il parrino...». Per il giudice che ha fatto arrestare i coniugi Bonafede, manca il «riscontro documental­e» che l’allora latitante abbia partecipat­o alla cresima con quel ruolo, ma che lo fosse «di fatto è ampiamente provato».

Così come risulta provato che i pazienti della clinica La Maddalena di Palermo, ignari di sottoporsi alle cure insieme a un super-ricercato, sapessero di una sua «relazione sentimenta­le con una donna a nome Diletta»; e proprio da «Diletta» è firmata la lettera che gli investigat­ori attribuisc­ono a Lorena, datata 12 aprile 2019, piena di trasporto: «È come se il destino decidesse di farsi perdonare, facendomi un regalo in gran stile. Quel regalo sei tu. Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale ma soprattutt­o tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere... Ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti. SEI UN GRANDE! anche se tu non fossi M.D. la tua Diletta».

Quel particolar­e («anche se tu non fossi M.D.», cioè Messina Denaro), per i magistrati è la conferma che la donna era perfettame­nte consapevol­e di frequentar­e, ospitare e proteggere il primo ricercato d’Italia. Al pari della maestra Laura Bonafede, l’altra donna di questo intreccio sentimenta­l-familiare, cugina di Emanuele (marito di Lorena) e Andrea Bonafede (l’uomo che ha prestato l’identità al boss), figlia del capomafia Nardo Bonafede morto da detenuto nel 2020 e moglie di Salvo Gentile, ergastolan­o per un paio di omicidi.

La donna è anche madre di Martina, la ragazza di cui Messina Denaro esaltava le qualità a fronte di sua figlia Lorenza «degenerata nell’intimo», con la quale il boss pure si scriveva. Come con la madre, che nei messaggi si firmava «cugino» o «amico». Sono lettere in cui Laura Bonafede — probabilme­nte per precauzion­e — parla di sé al maschile, esprimendo però sentimenti di gelosia. Ad

La gelosia

L’altra amica gli scrive: «Ho visto la tua Giulietta parcheggia­ta vicino alla casa di lei»

esempio il 29 dicembre scorso, quando gli racconta di aver visto la sua Giulietta parcheggia­ta vicino casa di Lorena-Diletta: «Stranament­e non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare, non sapere cosa stessi facendo in quel momento, se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo, se ... se ... se ...». Una settimana dopo, il 6 gennaio, stessa scena e reazione un po’ più esplicita: «Ho provato un po’ di sana gelosia, puoi capire anche perché...». Due giorni prima della cattura di lui, sabato 14, i due si sono incontrati al supermerca­to (ripresi dalle telecamere interne), e il boss poi le ha scritto: «C’è da vedere che cosa ha pensato l’affettafor­maggi».

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Un incontro al supermerca­to tra Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro il 14 gennaio scorso
Al market Un incontro al supermerca­to tra Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro il 14 gennaio scorso

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