Spinta sulle fonti green, profitti A2A a 401 milioni
Componente «straordinaria» del dividendo per A2A, che ieri ha presentato i risultati 2022 annunciando una cedola di 0,0904 euro per azione, che comprende (oltre alla crescita programmata del 3% prevista a piano), una componente non ricorrente pari a 0,0055 euro. I risultati rispecchiano quanto accaduto l’anno scorso, vale a dire ricavi raddoppiati a 23.166 milioni (+101%) grazie al boom dei prezzi delle materie prime come il gas. L’utile netto ordinario del gruppo è pari a 380 milioni (+2,4%), mentre l’utile netto è sceso del 20% a 401 milioni «anche — riporta la nota — per effetto dei contributi straordinari previsti dai provvedimenti legislativi», che hanno pesato per 122 milioni sul 2022. Il margine operativo lordo ordinario sale dell’8% a 1,502 miliardi. Gli investimenti organici crescono del 15% a 1.240 milioni. Dal punto di vista della transizione, A2A cresce nel numero degli impianti di fonti green anche con l’acquisizione di due portafogli eolici e fotovoltaici in Italia e Spagna. La capacità rinnovabile installata sale del 12% a 2,5 Gigawatt. «Nel 2022 — ha commentato il ceo Renato Mazzoncini — abbiamo avviato nuovi impianti per il recupero della materia e la produzione di biometano, potenziato le reti elettriche e consolidato la nostra presenza sul territorio nazionale». A2A ha circa 11 milioni di extracassa disponibile per «possibili acquisizioni di società che abbiamo sul tavolo», ha detto il ceo. Una di queste potrebbe essere la piemontese Egea, a cui ha proposto un’offerta non-vincolante per il 50,1% in esclusiva. Per il 2023 A2A prevede un Ebitda tra 1,60 e 1,64 miliardi e un utile netto di gruppo, al netto delle poste non ricorrenti, tra 380 e 390 milioni. Il titolo è salito del 2,19%.