Enel fa il pieno di utili: 5,4 miliardi, sale la cedola
Starace: il nostro è un modello resiliente in un contesto pieno di sfide
Risultati superiori alle attese per il gruppo Enel, che ha chiuso l’intero 2022 con un utile netto ordinario a 5,4 miliardi di euro (-3,6%) rispetto alla guidance tra 5 e 5,3 miliardi e un ebitda ordinario a 19,683 miliardi (+2,5%). I conti sono stati annunciati ieri a mercati chiusi. «In virtù di questi risultati proponiamo ai nostri azionisti un dividendo di 0,40 euro per azione, in crescita rispetto all’anno precedente», ha annunciato Francesco Starace, che guida il gruppo da quasi nove anni e sta per concludere il terzo mandato. Il dividendo proposto per l’intero esercizio è pari a 0,40 euro per azione (di cui 0,20 euro già corrisposti quale acconto a gennaio 2023), in crescita del 5,3% rispetto all’anno prima. Ricavi a 140 miliardi e debito a 60 miliardi erano già stati comunicati a inizio febbraio. Per Starace, il gruppo ha un modello di business integrato resiliente che ha permesso «di creare valore per i propri stakeholder anche a fronte del contesto altamente sfidante».
La produzione da fonti rinnovabili, compresi i volumi da capacità gestita, è stata ampiamente superiore rispetto al termoelettrico, raggiungendo i 123,7 TWh (+4,5% sul 2021), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 88,8 TWh (+0,6%). La produzione a zero emissioni ha raggiunto il 61% della generazione totale del gruppo Enel considerando unicamente la produzione da capacità consolidata. L’obiettivo a lungo termine resta il raggiungimento del Net Zero entro il 2040, sia per le emissioni dirette sia per quelle indirette.
«Nei prossimi mesi dell’anno – ha aggiunto Starace – continueremo a crescere nelle rinnovabili e a digitalizzare le reti di distribuzione, contribuendo a decarbonizzare il mix di generazione e ad aumentare l’indipendenza energetica nelle geografie in cui operiamo». Gli investimenti salgono del 10,4% a 14,3 miliardi. «Concentreremo gli investimenti in Italia e negli altri Paesi core – ha precisato il ceo – per accelerare il percorso di crescita sostenibile del gruppo, riducendone ulteriormente il profilo di rischio». L’indebitamento potrebbe scendere a breve con le dismissioni previste dal piano: la cessione degli asset in Perù – ha detto Starace – è attesa entro questo semestre.
Confermata la guidance per il 2023, che in base al piano strategico presentato a novembre 2022 prevede un ebitda ordinario tra 20,4-21 miliardi nel 2023 e un utile netto ordinario tra 6,1 e 6,3 miliardi.
Per il rinnovo del consiglio, «il Tesoro è al lavoro – ha detto Starace – è un processo che si chiuderà nelle prossime due-tre settimane perché ci sono 25 giorni di tempo prima dell’assemblea per pubblicare le liste». L’assemblea si terrà il 10 maggio.
Investimenti «Concentreremo gli investimenti in Italia e nei Paesi core». Previsti nel piano 37 miliardi