De Laurentiis: «Svegliati Ue e Meloni imiti la Thatcher»
Il bilancio degli scontri, 6 agenti feriti e 8 ultrà arrestati: «Evitato il peggio»
Il giorno dopo gli scontri fra le tifoserie del Napoli e dell’Eintracht la sveglia suona all’alba. A Napoli mentre dalle strade vengono spazzati via, fin dalle 6, i resti della guerriglia che ha stretto il centro in una morsa, in prefettura viene convocata d’urgenza una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Al terzo piano del palazzo del Governo ci sono il prefetto Claudio Palomba, il sindaco Gaetano Manfredi e i vertici delle forze dell’ordine. Al telefono c’è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Qualche minuto e arriva il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis. Il consuntivo di 36 ore di scontri è in sei agenti contusi, otto ultrà arrestati e danni per decine di migliaia di euro. «È stato evitato il peggio. Non c’è stato alcun contatto fra le tifoserie» ricorda il prefetto. Ma certo qualcosa non ha funzionato. «La città per alcune ore è stata in balìa dei teppisti. Ma il tema dell’ordine pubblico in queste situazioni non può essere a carico delle realtà territoriali. È una questione di livello europeo» avverte il sindaco.
Ancora più chiaro De Laurentiis. «I reietti non aspettano altro che unirsi per fronteggiare le forze dell’ordine — dice —. Ricordate la sigla Acab?: tutti contro la polizia. Il tifo è un pretesto. E a chi dice che vorrebbe più tolleranza allo stadio dico che il casino lo fanno a casa loro. E la partita la guardano in tv. Lo stadio è per famiglie e giovani. Il calcio siamo noi. Spero che la presidente Meloni prenda spunto da quel che ha fatto una premier, anche lei donna, in Inghilterra. La tolleranza zero introdotta da Margaret Thatcher contro gli hooligan negli anni Ottanta ha dato ottimi frutti. Ursula von der Leyen si attivi. Dobbiamo fondare un partito europeo del calcio? Chi dovrebbe tutelarci non è all’altezza di farlo».
Del presidente Uefa, Aleksander Ceferin, che ha definito sbagliato il divieto di ingresso allo stadio dei tifosi tedeschi («dichiarazioni sorprendenti — per il ministro dello Sport Andrea Abodi —, quel che è accaduto è grave ed era annunciato»), il patron del Napoli per ora non dice. «Si commenta da solo, ne riparliamo a fine campionato». Ma è il sindaco a sottolineare che «le parole di Ceferin sono inaccettabili: partono da un pregiudizio, come se a Napoli fossero tutti delinquenti e chi arriva qua è invece santo. I delinquenti sono dappertutto e vanno affrontati, considerati come black block. Per fermarli si potrebbero mettere limiti allo spazio Schengen. Si sono mossi con tecniche militari, spalleggiati e sostenuti da sostenitori dell’Atalanta».
All’orizzonte intanto la partita contro il Torino, considerata a rischio: il settore ospiti dell’Olimpico per la prima trasferta dei tifosi del Napoli dopo la fine del divieto imposto dal ministero dell’Interno è già sold out.
Napoli ospiterà invece la Nazionale, in campo contro l’Inghilterra. «Un modo per voltare pagina — avverte De Laurentiis —. In vista di un evento che neanche voglio nominare, per scaramanzia». Di scudetto non si parla, ma bisogna organizzarsi: «Dobbiamo lavorare per mettere in sicurezza tre milioni di napoletani». Ai quali il sindaco chiede, però, di non dipingere d’azzurro la città.
Il giorno dopo Una vetrina infranta nel centro di Napoli, dove mercoledì si è consumata la guerriglia tra ultrà tedeschi e forze dell’ordine (Ansa)