Corriere della Sera

La grinta di Leclerc carica la Ferrari «L’obiettivo non cambia: è il titolo»

Charles penalizzat­o non perde l’ottimismo. Alonso punge: «Prima deve finire le gare»

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

La musica parte e viene subito interrotta, Leclerc deve indovinare la canzone. «“All that she wants” degli Ace of Base...». Risposta corretta, sul divanetto esulta come fosse una pole. Ma qui, sul circuito cittadino più veloce (e pericoloso) del mondo — media di 219 orari fra le 27 curve, soltanto 7 hanno punti di frenata —, non potrà realizzarl­a per le 10 posizioni di penalità legate al cambio di centralina. Deve inventarsi una magia per raddrizzar­e un Mondiale cominciato molto male.

Anche lui ripete, come Vasseur, il ritornello delle voci «che vogliono destabiliz­zare la squadra». Come se il problema fossero i rumors, e non il ritardo e la fragilità della monoposto al debutto. Smentisce di aver avuto un colloquio privato con il presidente John Elkann dopo la batosta in Bahrein; sostiene di «sentirsi motivato “a bestia”»: «Cercherò di far diventare speciale questo fine settimana». È una promessa impegnativ­a considerat­a la situazione, ed è ancora più forte ciò che aggiunge dopo: «L’obiettivo non è cambiato, ed è vincere il titolo». È una replica a chi lo dà già con la testa altrove, a valutare alternativ­e oltre il 2024, data di scadenza del contratto.

Finora l’unica cosa in grado di fermare Max Verstappen è stata un’influenza intestinal­e che lo ha costretto a ritardare il volo, oggi però è atteso in pista. In che condizioni chissà, ma gli esami non riguardano lui bensì la Ferrari. «Qui dovrebbe andare decisament­e meglio» spiega Charles. Ma la pressione stavolta è sulle spalle di Carlos Sainz, ha l’occasione per incrementa­re il vantaggio in classifica sul compagno. Magari dal muretto potrebbero ricorrere a giochi di squadra per favorirlo nella lotta alla pole. Leclerc sarebbe pronto a dargli una mano con le scie? Sì e no: «Sicurament­e, ma non bisogna dimenticar­e le mie dieci posizioni. Devo pensare ad avanzare il più possibile. Se non dovesse avere effetti negativi sulla mia qualifica lo aiuterò». Si sente «al sicuro» sulla pista dove dodici mesi fa un missile sparato dai ribelli Houthi dello Yemen, spalleggia­ti dall’Iran, colpì una raffineria distante qualche chilometro, durante le libere. Del resto la F1 ha 100 milioni di buoni motivi per correre qui — i soldi degli organizzat­ori e quelli della compagnia petrolifer­a saudita Aramco, main sponsor —, ha «catechizza­to» i piloti (tutti tranne Hamilton, che la pensa «in modo completame­nte diverso») e ha ottenuto un innalzamen­to delle misure di sicurezza. Anche se i tempi sono cambiati dal 2022, è stata raggiunta una tregua con gli Houthi, e inoltre l’Arabia e il «grande nemico» Iran hanno riallaccia­to le relazioni diplomatic­he con la mediazione della Cina.

In pista, bisogna vedere se cambierà davvero la Ferrari, se funzionera­nno gli aggiorname­nti tecnici: un’ala anteriore per limitare il sottosterz­o, e quella posteriore a pilone unico — scartata a Sakhir perché fletteva troppo — modificata negli attacchi e pensata per guadagnare velocità. La previsione dell’ ex Fernando Alonso, a 41 anni sorpresa del campionato sull’Aston Martin: «La forza della Ferrari è sul dritto e sulle curve veloci. Sarà competitiv­a. Però prima devi finire le gare, Charles andava forte anche in Bahrein e poi...».

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(Epa) Penalizzat­o Charles Leclerc partirà retrocesso di 10 posizioni a Gedda: ha dovuto montare una nuova centralina superando il limite di due consentito dal regolament­o

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