L’allarme sulla natalità E Lollobrigida: tutelare l’etnia italiana
Polemiche sul ministro. Schlein: parole sbagliate Mattarella: nascite tema cruciale, servono politiche attive
L’allarme sulla natalità ieri è stato suonato in ogni intervento degli Stati generali, due giorni di un convegno dove hanno partecipato politici di tutti i partiti e dove il presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo è venuto a sciorinare ancora una volta i dati drammatici dell’inverno demografico: «Le previsioni per i prossimi anni dicono che i 59 milioni di italiani di oggi scenderanno a 48 milioni scarsi. Spariranno 11 milioni di persone».
Ma a dominare il dibattito di giornata è stata la polemica sull’intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, FdI: «Abbiamo un incremento di 75 milioni di persone l’anno nel mondo, quindi la popolazione del mondo cresce, tante persone nel mondo vorrebbero venire a vivere in Italia. E allora perché preoccuparsi del calo delle nascite in Italia?». Il ministro Lollobrigida non ha dubbi: per difendere l’etnia italiana. Dice, infatti: «Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura. Esiste però una cultura, un’etnia italiana, quella che la Treccani definisce raggruppamento linguistico culturale, che immagino che in questo convegno si tenda a tutelare. Perché sennò non avrebbe senso».
Parole contro le quali si scagliano le opposizioni. «Sono parole sbagliate, no al concetto di razza» dice la segretaria dem Elly Schlein. Filippo Sensi, è incredulo: «Oddio, ma davvero? Ma un’altra volta?
Gli effetti
L’anno scorso solo 393 mila bambini. Giorgetti: così nel 2042 avremo il 18% in meno di Pil
Prima la sostituzione, ora l’etnia? Ma basta. Se il ministro non è in grado, come pare, lasci.». Rincalza Simona Malpezzi: «Ministro Lollobrigida, le mie figlie hanno padre tedesco, nonna croata, bisnonna olandese un’altra estone. Come me le classifica?». Critiche anche dal M5S: «Frasi di Lollobrigida gravissime». Lo scorso anno in Italia sono nati soltanto 393 mila bambini e ieri Gigi De Palo, presidente della Fondazione della natalità, ha lanciato l’obiettivo: arrivare a 500 mila nei prossimi dieci anni. Tornare cioè al numero delle nascite di dieci anni fa. Sono i numeri a preoccupare. Quelli del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, Lega: «Da qui al 2042 con gli attuali tassi di fecondità il nostro Paese rischia di perdere per strada percentuali del Pil impressionanti, pari al 18%». E quelli del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, Lega: «In dieci anni gli studenti caleranno da 7,4 milioni a 6 milioni».
Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, delle Pari opportunità e Natalità è convinta: « Serve una vera rivoluzione culturale, un cambiamento significativo sulla genitorialità». Matteo Salvini, vicepremier leghista, propone «una detrazione di 10 mila euro a figlio». E il vicepremier Antonio Tajani (FI) : «Occorre aiutare la maternità, le adozioni, la natalità. Sono contrario all’utero in affitto, la natalità deve essere sempre frutto di un atto d’amore». L’ex ministra della Famiglia Elena Bonetti (Italia viva) propone: «Come opposizione voglio lanciare un patto trasversale sulla natalità». Anche un’altra ex ministra, Mara Carfagna, ha invocato un approccio bipartisan «così che la strategia possa essere perseguita con l’alternanza dei governi». E la segretaria del Pd Elly Schlein ha approvato: «Sono molto d’accordo con un approccio strutturale sul tema fondamentale del contrasto al declino demografico». A sostegno della natalità anche l’azienda Prénatal che supporterà un progetto di beneficenza per famiglie in difficoltà.