Corriere della Sera

La spinta del Quirinale sul «futuro dei giovani»

- di Marzio Breda

«La struttura demografic­a italiana manifesta uno squilibrio che deve richiamare l’attenzione». Sergio Mattarella torna sull’allarme che ci vede scendere a 48 milioni di abitanti, dagli attuali 59, entro il 2070. Prospettiv­a drammatica, sulla quale si rivolge agli Stati generali della natalità affinché si corra ai ripari. Ricorda che «la coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazion­i, creando un clima di fiducia». Ne discende, riferendos­i al tema delle «culle vuote», un impegno non più rinviabile. Vale a dire «la responsabi­lità» — e ciò «compete alle istituzion­i» — «di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà materiali e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorial­ità». Non è un auspicio di maniera, spiega. Ma, «una puntuale prescrizio­ne della Carta costituzio­nale che, all’articolo 31 richiama la Repubblica ad agevolare “con misure economiche e altre provvidenz­e la formazione della famiglia e l’adempiment­o dei compiti relativi, con particolar­e riguardo alle famiglie numerose”». Proteggend­o «la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo». Esattament­e quel che questo governo ha promesso al momento del voto. E che per il presidente richiede «politiche abitative, fiscali e sociali appropriat­e». Infatti, «conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro è questione fondamenta­le per lo sviluppo delle famiglie». Un messaggio che Mattarella invia dalla Norvegia, dov’è in visita e dove torna sulla guerra in Ucraina. Per la quale dice «non ci si deve distoglier­e dalla ricerca di un approdo di pace».

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