«Posso permettermi di pagare una casa Protesto per gli altri»
Ilaria, sua la prima tenda: «Tanta solidarietà»
Ilaria Lamera arriva a MILANO Palazzo Marino per l’incontro con il sindaco Beppe Sala e i rettori degli atenei milanesi, accompagnata da alcuni collettivi studenteschi.
La 23enne studentessa del Politecnico di Milano, che la scorsa settimana ha letteralmente piantato le tende in piazza Leonardo Da Vinci per protestare contro il caro affitti che colpisce gli studenti, è rientrata nella sua casa milanese dopo aver trascorso qualche giorno ad Alzano Lombardo, il Comune della Bergamasca da cui proviene. È però pienamente consapevole del «casino» che ha scatenato e, al vigile che la ferma all’ingresso del Comune, dice: «Ma io sono quella delle tende!».
Com’è nata l’idea della protesta?
«Dopo mesi che facevo la pendolare ho iniziato a cercare un alloggio a Milano rendendomi conto che le stanze erano tutte dai 700 euro al mese in su spese escluse. E non l’ho trovato per niente giusto: anche se potevo permettermelo, trovavo il principio sbagliato. L’idea della tenda mi è venuta un giorno che ero molto stanca e non volevo tornare a Bergamo».
Quindi lei non ha difficoltà economiche? Lo ha fatto allora per chi ne ha e non trova il coraggio di protestare?
«Ci ho messo la faccia perché sono così di carattere: se credo in una battaglia, la faccio».
Ora ha affittato una stanza: come ha fatto a trovarla?
«La casa che ho trovato l’ho presa a inizio aprile, prima della protesta. Ci ho messo 8 mesi e ho rifiutato offerte da oltre 700 euro a stanza. È la mia prima casa a Milano e sono già molto fortunata a potermela permettere. La condivido con una ragazza che paga la mia stessa cifra».
Si aspettava tutto questo successo e solidarietà per la sua protesta?
«Volevo fare questo casino ma non me l’aspettavo assolutamente. Sono molto contenta che in tutte le città d’Italia si stiano unendo a me. Dagli studenti mi aspettavo solidarietà ma mi ha stupito quella di un’intera nazione, anche di chi non vive una situazione di difficoltà».
In questi giorni sono venuti a trovarla alcuni politici locali. Ha avuto colloqui anche con ministri?
«No, solo con il Comune. Domenica è venuto Nicola Fratoianni (segretario di Sinistra italiana e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, ndr)».
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha detto che il caro affitti affligge solo le città di centrosinistra… Cosa ne pensa?
«Ho visto le dichiarazioni. E ho visto che la ministra dell’Università Anna Maria Bernini gli ha risposto di farsi gli affari suoi se non mi sbaglio e io sono d’accordo con lei. In ogni caso la mia protesta la definisco apartitica e non mi interessano la sinistra o la destra».
È tornata a casa?
«Sì prima a Bergamo qualche giorno e ora sono di nuovo a Milano».
Quali risposte servono al caro affitti?
«Soluzioni sia a lungo che a breve termine al problema. Sicuramente investimenti strutturali: non ci aspettiamo un bonus momentaneo, nulla che risolva la situazione dall’oggi al domani, ma vorremmo che i problemi di una generazione venissero affrontati per l’importanza che hanno. Quindi: un fondo strutturato, la rivalutazione del canone concordato, l’effettiva messa in pratica dei piani del Pnrr».
Quali saranno i vostri prossimi passi?
«Adesso dobbiamo trovare il modo di coordinarci tra città rimanendo uniti sullo stesso fronte per ottenere risultati concreti».
Se tu potessi tornare indietro rifaresti tutto?
«Altre infinite volte. Vale sempre la pena lottare per quello in cui credi».