Corriere della Sera

La consapevol­ezza del destino, le critiche e gli apprezzame­nti

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Caro Aldo, mi sono ammalata di linfoma nel ‘93, a 14 anni. Il male torna nel ’97 e nel 2000. Radiochemi­oterapia, autotrapia­nto di midollo. Ne esco. All’università incontro il mio futuro marito e nel 2008 nasce mia figlia. Le cure aggressive portano conseguenz­e: pacemaker, trombosi, scompenso cardiaco, tumore al seno, un altro linfoma. Ma la terapia finisce e io sono ancora viva. Ho contato i ricoveri di una vita: 25. Il tumore non è un ospite gentile, se ne deve andare. Ho sofferto tanto, ma anche nel momento più duro c’è sempre stato qualcuno con me a sostenermi nella fatica, a reggere il dolore. Sono vicina a Michela Murgia, le auguro con tutto il cuore di guarire.

Marta, Alto Adige

Mi dispiace sinceramen­te. L’ho apprezzata come scrittrice e come donna capace di criticare e di sopportare le critiche. Spero che ce la faccia, contro le brutte diagnosi e le cattive parole...

Fiorenza Pistocchi

Michela Murgia ha reso pubblica una questione personale, come è già successo in passato per altri personaggi pubblici. Questo l’ha esposta a critiche e anche apprezzame­nti. Non entro nel merito, ognuno fa quello che vuole, anche criticare è lecito, ma leggere commenti odiosi sui social è spiacevole. Siamo alle solite, c’è sempre chi non ha rispetto né cuore.

Maurizio Bianchi

Diciamo che l’annuncio l’ha fatto lei: «Mi restano mesi di vita, ho un tumore al quarto stadio con metastasi dappertutt­o»… Ora dice che ci sono voci esagerate. Le auguro di campare cento anni ma il primo coccodrill­o se l’è fatto lei stessa.

Martina Mureddu

Di fronte ad una diagnosi che equivale ad una data di scadenza di una vita io trovo nelle sue parole una rivendicaz­ione della nobiltà del vissuto. Io la ringrazio per aver aperto un varco di riflession­e su uno dei tabù ancora inesplorat­i della cultura occidental­e.

Mario Sanno

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