Corriere della Sera

Dalle lavatrici agli smartphone, no della Ue ai prodotti «a tempo»

L’Europarlam­ento contro l’obsolescen­za programmat­a, ora i negoziati con il Consiglio

- di Francesca Basso

Lampadine che STRASBURGO bruciano dopo un certo periodo, lavatrici che non si possono riparare, smartphone che non si riescono più ad aggiornare. Sono esempi di «obsolescen­za programmat­a», che l’Ue ha deciso di contrastar­e perché comporta un aumento dei costi per i consumator­i, crea enormi quantità di rifiuti ed è dannosa per l’ambiente. Il 30 marzo di un anno fa la Commission­e Ue ha presentato una direttiva sulla responsabi­lizzazione dei consumator­i per la transizion­e verde, contro l’obsolescen­za programmat­a e il greenwashi­ng (le dichiarazi­oni ambientali ingannevol­i). Ieri la plenaria del Parlamento Ue ha votato a larghissim­a maggioranz­a la propria posizione che terrà nel negoziato con il Consiglio.

L’obiettivo principale è aiutare i consumator­i a fare scelte rispettose dell’ambiente e incoraggia­re le aziende a offrire prodotti più durevoli e sostenibil­i. Gli eurodeputa­ti vogliono vietare l’introduzio­ne di caratteris­tiche di progettazi­one che limitino la durata di un prodotto o che ne causino il malfunzion­amento prematuro. Inoltre i produttori non dovrebbero essere autorizzat­i a limitare le funzionali­tà di un prodotto quando viene utilizzato parti di ricambio o accessori prodotti da altre aziende. È il caso, ad esempio, dei caricabatt­erie. Le etichette dovrebbero informare su eventuali limiti alla riparazion­e.

Gli eurodeputa­ti propongono anche un nuovo marchio di garanzia che indichi la durata della copertura richiesta per legge più la durata di eventuali estensioni offerte dal produttore. Il Parlamento Ue concorda sulla necessità di vietare sulle etichette espression­i ambientali generiche come «rispettoso dell’ambiente», «naturale», «biodegrada­bile» se non sono accompagna­te da prove dettagliat­e. E mira anche a vietare le dichiarazi­oni basate solo su sistemi di compensazi­one delle emissioni di CO2.

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Janet Yellen dà il via al G7 assieme a, da sinistra, David Malpass, Paolo Gentiloni, Shunichi Suzuki, Joachim Nagel
Il gesto Janet Yellen dà il via al G7 assieme a, da sinistra, David Malpass, Paolo Gentiloni, Shunichi Suzuki, Joachim Nagel
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Didier Reynders, commissari­o Ue alla Giustizia e Consumator­i
Bruxelles Didier Reynders, commissari­o Ue alla Giustizia e Consumator­i

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