Corriere della Sera

Energia, digitale globalizza­zione: dibattiti aperti

Trenta analisti sulle tematiche più scottanti

- di Lorenzo Nicolao

Il cambiament­o scuote il presente, ormai accelerato e impronosti­cabile in ogni ambito lavorativo e sociale. Per questo nel 2021 è stato ideato un appuntamen­to, giunto alla seconda edizione, capace di interpreta­rlo o addirittur­a anticiparl­o. Non in un luogo qualsiasi, ma in Friuli Venezia Giulia, territorio storicamen­te al centro dell’Europa e protagonis­ta delle più significat­ive trasformaz­ioni, dalla politica all’economia, dalla cultura alla società, snodo strategico dei principali transiti commercial­i, oltre a essere da anni polo di innovazion­e tecnologic­a.

Il Festival del Cambiament­o è stato organizzat­o dalla Camera di commercio Venezia Giulia, in collaboraz­ione con The European House Ambrosetti e con main sponsor Bat Italia e il sostegno della Fondazione CrTrieste, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e di Unioncamer­e.

Il 10 maggio nella Sala Verdi di Palazzo de Bassa di Gorizia e l’11 maggio nella Sala Maggiore di Palazzo della Borsa Vecchia di Trieste oltre 30 analisti, imprendito­ri e figure istituzion­ali hanno preso parte a un dibattito capace di approfondi­re temi come la guerra in Ucraina, le sue ripercussi­oni sull’economia e sul mercato energetico, la transizion­e ecologica, la trasformaz­ione digitale, i nuovi modelli di vita emergenti a seguito della pandemia e le nuove necessità dell’uomo.

Non a caso, la due giorni è stata chiamata «La Grande Onda del Cambiament­o», un evento che vuole essere lungimiran­te, che guarda al futuro e lo interpreta attraverso i cambiament­i in atto. I temi trattati hanno un forte impatto sulanalist­i e sul suo tessuto industrial­e, dai paradigmi Esg, all’inverno demografic­o (entro il 2035 si prevedono 4,4 milioni di persone in età lavorativa in meno e 3,6 milioni di over 65 in più), fino alle priorità di intervento da parte delle imprese per una transizion­e sostenibil­e sotto ogni punto di vista.

Il programma ha spaziato dai panel di Gorizia sul palcosceni­co internazio­nale con gli Dario Fabbri e Giorgio Cuscito e sul valore del capitale umano e sociale nel mondo del lavoro con il saggista Umberto Galimberti, il docente Alessandro Sancino, il presidente di Museimpres­a e fondazione Assolombar­da Antonio Calabrò, Greta Autieri (Bat Italia) e Gabriele Sampaolo (50&PiùEnasco) a quelli di Tril’Italia este, che si concentran­o maggiormen­te sulla transizion­e ecologica e quella digitale.

Temi affrontati, dopo i saluti del presidente della regione Massimilia­no Fedriga, da esperti come Adnan ShihabEldi­n (ingegnere e research fellow ad Oxford per gli studi sull’energia), il viceminist­ro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti Edoardo Rixi e il consulente di pianificaz­ione strategica urbana e metropolit­ana Juan Alayo, architetto che segue da vicino i digital trend legati alle città.

Sul ruolo delle imprese si è soffermato Riccardo Illy, imprendito­re e vice presidente di Illycaffè, che ha partecipat­o al panel sulla transizion­e verde. «Possiamo essere protagonis­ti o comparse di questo processo che crea e distrugge al tempo stesso — ha spiegato Illy al Corriere —. Per abbracciar­e nuovi modelli occorre abbandonar­ne di vecchi. Rispetto a quella industrial­e siamo oggi testimoni di tre grandi rivoluzion­i: energetica, digitale e dei mercati, per via della globalizza­zione. Possiamo cavalcare il cambiament­o, quindi avere il vantaggio competitiv­o di essere i primi, o adattarci in un secondo momento, quando i nostri competitor saranno più efficienti di noi».

La necessità di rinnovare questo approfondi­mento con una seconda edizione, è stata invece sottolinea­ta da Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia. Il quale ha precisato: «Teniamo molto a questo appuntamen­to, per via dei cambiament­i sociali sempre più accelerati».

L’obiettivo di Paoletti e dei suoi è chiaro. «Vogliamo dare strumenti giusti e consapevol­i per impedire che tali trasformaz­ioni abbiano un impatto negativo sull’uomo, quantomeno che non siano fuori dalla portata del nostro controllo — ha concluso —. Basta citare su tutti l’esempio sempre più eclatante dell’Intelligen­za Artificial­e o la necessità di lavorare e vivere in realtà sempre più sostenibil­i, non solo per il pianeta. Di questi tempi è una necessità, più che una scelta strategica».

Servono strumenti in modo da governare i cambiament­i

Antonio Paoletti

Possiamo avere il vantaggio competitiv­o di essere i primi

Riccardo Illy

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La statua di James Joyce sul Ponte Rosso che attraversa il Canal Grande. Realizzata dal triestino Nino Spagnoli, si trova qui dal 2004
A Trieste La statua di James Joyce sul Ponte Rosso che attraversa il Canal Grande. Realizzata dal triestino Nino Spagnoli, si trova qui dal 2004
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