Corriere della Sera

I David di Donatello e quei ringraziam­enti dal parentado ai colleghi

- di Aldo Grasso

Quando Carlo Conti ha premiato Marco Bellocchio per la migliore regia ero convinto di aver sbagliato programma, di assistere a «I migliori anni della nostra vita», la trasmissio­ne della nostalgia («Nostalgia» è anche il film di Mario Martone). E invece era la cerimonia dei David di Donatello, i premi Oscar che il cinema italiano si può permettere (Rai1).

Per tutto il corso della trasmissio­ne, la mia attenzione è stata calamitata dai ringraziam­enti. Ai premi si usa ringraziar­e, dal parentado ai colleghi, magari facendo buon uso dell’elenco telefonico per non dimenticar­e nessuno ed è curioso che a inaugurare questa «tabella di gratitudin­e» sia stata Emanuela Fanelli, forse in ricordo del delizioso delirio di Valeria Bruni Tedeschi. Per fortuna, la vera festa dei David si svolge al Quirinale, al mattino nella sala degli Arazzi, protagonis­ti assoluti il presidente Sergio Mattarella e Geppi Cucciari, che ha iniziato così: «Buongiorno come ogni giorno, a nome di tutti gli italiani. È sempre una grande emozione essere qui, in questa modesta magione, ampio cortile, molto luminosa, discreta armocromia, libero. Libero tra cinque anni. Mancano cinque anni, quasi sei: otto anni, sei governi, cinque presidenti del Consiglio, 180 giri di consultazi­one e una sola espression­e (stacco sul volto del presidente), quella, la tenga».

Poi, con grande semplicità, ha risposto il presidente: «Il cinema è immaginazi­one e storia, emozione e cultura.

È anche svago, sogno, libertà». Ho notato con piacere che si riferiva al cinema in generale, non a quello di una singola nazione. Dopo il doveroso omaggio a Gina Lollobrigi­da (lontana parente di Francesco Lollobrigi­da, cognato di Giorgia Meloni), è intervenut­o Enrico Vanzina che, intervista­to dalla stessa Cucciari, ha ricordato, per non fare arrabbiare ulteriorme­nte la sua di cognata, come il David sia un premio «alla mia famiglia che ha amato molto il cinema e lo ha fatto. Scola diceva che la commedia è un grande ritratto dei vizi italiani, ma sempre con rispetto e osservazio­ni affettuose. La leggerezza spesso non è superficia­lità». Questo cinema di santi, di poeti, di navigatori, di cognati... (semicit.)

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Geppi Cucciari (49 anni), attrice e comica, ha preso parte l'altro ieri alla cerimonia al Quirinale con i candidati ai David di Donatello
Comica Geppi Cucciari (49 anni), attrice e comica, ha preso parte l'altro ieri alla cerimonia al Quirinale con i candidati ai David di Donatello
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