Zelensky sfida Putin: non temo di essere ucciso, è lui che ha paura
Il presidente a «Porta a Porta»: «L’ultima visita a Roma? Era un’altra vita». «Ho detto ai genitori che hanno perso i figli : non dovete perdonare»
”
Mi chiede se non ho mai pensato di non farcela a guidare un Paese piccolo contro una grande potenza? Ma io ce l’ho fatta, ce l’ho fatta a resistere e a non lasciare il mio posto
ROMA In serata, Volodymyr Zelensky fa il punto sulla sua intensa giornata in uno speciale Porta a Porta condotto in diretta da Bruno Vespa dalla terrazza del Vittoriano. Manca da Roma «dall’inizio del 2020, era un’altra vita». Si vede San Pietro, e la storia di una città che lo ha accolto a braccia aperte in tutte le sue rappresentanze e anche con il gotha del giornalismo che lo intervista assieme al padrone di casa, direttori ed editorialisti. E parla a 360 gradi, lanciando messaggi molto chiari: la guerra finirà solo con la «vittoria» dell’Ucraina, il Papa può avere un ruolo importante ma non serve «un mediatore», esiste un piano in 10 punti del quale si può discutere qualcosa ma non tutto, serve un tribunale internazionale per punire gli invasori; la Cina «non fornirà armi alla Russia», Putin è isolato, «nessuno può sapere cos’ha in testa ma non dobbiamo avere paura»: il suo popolo non ha voglia di combattere e «presto» si partirà con la controffensiva decisiva. Gentile nei modi ma duro nella sostanza, Zelensky si muove da leader esperto. E alla domanda se abbia mai pensato di non farcela a guidare un Paese piccolo contro una grande potenza, risponde con un sorriso: «Ma ce l’ho fatta».
La controffensiva
Non svela i piani militari il presidente. Fa sapere che le sue truppe si stanno «preparando e impegnando» per riconquistare i territori perduti ora che i Paesi partner hanno fornito il massimo degli aiuti, ma non ci sono tempistiche da annunciare. La «demotivazione» dei soldati russi, le pressioni internazionali, gli aiuti militari favoriranno «a breve» un’azione massiccia. Quando avverrà, la guerra «sarà vinta». E allora si toglierà la mimetica e «rimetterò la giacca». Ma oggi, spiega, «non ho nessuna paura di essere un obiettivo, è Putin che ha paura di morire».
L’opinione pubblica
Non teme Zelensky un consenso in calo per il suo Paese dalle opinioni pubbliche europee. Dice che la controinformazione russa non passerà per un semplice motivo: se cadesse l’Ucraina poi Putin non si fermerebbe, attaccherebbe altri Paesi stavolta Nato e a quel punto i genitori italiani e degli altri Paesi in guerra dovrebbero «mandare a morire i propri figli». È «come il Covid», se non aiuti il tuo vicino poi toccherà a te. Per questo,
Il rischio «contagio» Questa aggressione è come il Covid, se non aiuti il tuo vicino poi toccherà a te. Per questo vi ringrazio: senza la difesa aerea di Roma e Parigi ci sarebbero stati molti più morti
grazie all’Italia (e a Meloni) e al suo sostegno, umanitario e militare: senza la difesa aerea fornita da Roma e Parigi «ci sarebbero stati molti più morti». Smentisce di non aver voluto il vicepremier Salvini presente agli incontri: con «piacere lo incontro». Dalla Lega si esulta: «Ha messo fine alle menzogne della sinistra».
Incontro con il Papa
Un «onore» incontrarlo. Ma il presidente ucraino è chiaro: «Non dobbiamo discutere solo della pace, nessuno vuole la guerra» ma non si può essere equidistanti perché «con tutto il rispetto per Sua Santità, non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta, non si può fare una mediazione con Putin. La guerra è in Ucraina, noi siamo stati occupati» e quindi è a loro che spetta stabilire come deve finire la guerra. Il piano di pace insomma deve «essere ucraino». Al Papa invece Zelensky ha chiesto di fare pressioni per far tornare a casa i bambini ucraini deportati in Russia.
Mimetica e giacca Soldati russi demotivati e aiuti militari porteranno a breve a un’azione massiccia. Quando avverrà, la guerra sarà vinta. E allora via la mimetica, rimetterò la giacca
Parlare con lo zar Parlare con Putin? E di che? Per lui è uno scherzo. Potrebbe fare passi diplomatici, ma un anno dopo tornare ad uccidere. Difficile usi il nucleare perché lui vuole vivere
Consensi
«Non passerà la controinformazione russa: se cadesse Kiev, Putin vi travolgerebbe»
La pace è «la vittoria»
Quale è quindi il modo per far cessare le ostilità? Su questo è molto netto Zelensky. Non esiste la possibilità di un accordo fin quando la Russia non avrà lasciato il suo Paese e non sarà riconquistata anche la Crimea. E c’è di più visto che nei «dieci punti» che il suo governo prevede, c’è l’istituzione di un tribunale internazionale che condanni gli aggressori, perché a chi ha perso i figli nel conflitto non basta nemmeno il reintegro territoriale: «Ho detto ai genitori che hanno seppellito i loro figli: non dovete perdonare». La pace, detto chiaramente, per lui è solo «la vittoria».
Niente dialogo con Putin
Secondo il presidente ucraino, non è possibile. È inutile. Putin non è affidabile: «Parlare, e di che? Per lui è uno scherzo». Ha sempre tradito gli accordi: «Potrebbe fare passi diplomatici, ma un anno dopo tornare ad uccidere». Però, se Putin si indebolisse con sconfitte militari, potrebbe essere «costretto» da chi gli è attorno a cedere. Una cosa è certa: difficile usi il nucleare perché «il giorno dopo sarebbe morto» e lui «vuole vivere».