Corriere della Sera

Il Quirinale e la spinta per Kiev nell’Unione

- Di Marzio Breda

Crede nel successo della controffen­siva antirussa che ha da mesi annunciato, e invece non è affatto fiducioso sulle chance di un negoziato che porti alla pace. «Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace». E, visto che da Mosca rimbombano parole di totale chiusura, lui non può e non vuole arretrare di un palmo. Sottinteso inevitabil­e: tanta durezza forse nasce dalla speranza di riconquist­are intanto pezzi delle posizioni territoria­li perdute; un modo per prendere tempo ed essere più forte quando si arriverà — perché prima o poi ci si dovrà arrivare — almeno a un cessate il fuoco. Così, «molto determinat­o nelle proprie convinzion­i», si è presentato ieri Volodymyr Zelensky nell’incontro al Quirinale con Sergio Mattarella, in una visita che sembra escludere a priori, da parte del presidente ucraino, la ricerca di sponde per qualsiasi proposta di trattativa. Per il momento. Consideran­do infatti non accettabil­e l’iniziativa cinese e altre ipotesi diplomatic­he in progress, perché penalizzan­ti per il suo popolo, Zelensky non vede spazio per mediazioni. Perciò dice: la guerra la stiamo subendo noi, i morti sono nostri… dunque la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio. Una linea che Mattarella condivide con un perentorio «l’Italia è al vostro fianco». Puntualizz­ando poi che la pace deve ripristina­re la giustizia e il diritto internazio­nale… Insomma, «dev’essere una pace vera e non una resa». Tra gli altri temi in discussion­e, l’efficacia delle sanzioni alla Russia, i rischi per la centrale nucleare di Zaporizhzh­ia, la lotta alle fake news con la necessità di azioni di contrasto più efficaci a livello europeo, bombardame­nti alle strutture civili e il rapimento dei bambini ucraini («una pratica straziante e ignobile», per il nostro capo dello Stato), la ricostruzi­one e i crimini di guerra e l’ingresso di Kiev nell’Unione europea. E pure su questo snodo, che potrebbe avere un peso decisivo sul conflitto, Sergio Mattarella è molto esplicito: «La decisione della Ue di avviare il processo di integrazio­ne dell’Ucraina è stata storica. L’Italia punta ora ad aiutare questo Paese per il raggiungim­ento dei parametri necessari».

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