Il Quirinale e la spinta per Kiev nell’Unione
Crede nel successo della controffensiva antirussa che ha da mesi annunciato, e invece non è affatto fiducioso sulle chance di un negoziato che porti alla pace. «Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace». E, visto che da Mosca rimbombano parole di totale chiusura, lui non può e non vuole arretrare di un palmo. Sottinteso inevitabile: tanta durezza forse nasce dalla speranza di riconquistare intanto pezzi delle posizioni territoriali perdute; un modo per prendere tempo ed essere più forte quando si arriverà — perché prima o poi ci si dovrà arrivare — almeno a un cessate il fuoco. Così, «molto determinato nelle proprie convinzioni», si è presentato ieri Volodymyr Zelensky nell’incontro al Quirinale con Sergio Mattarella, in una visita che sembra escludere a priori, da parte del presidente ucraino, la ricerca di sponde per qualsiasi proposta di trattativa. Per il momento. Considerando infatti non accettabile l’iniziativa cinese e altre ipotesi diplomatiche in progress, perché penalizzanti per il suo popolo, Zelensky non vede spazio per mediazioni. Perciò dice: la guerra la stiamo subendo noi, i morti sono nostri… dunque la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio. Una linea che Mattarella condivide con un perentorio «l’Italia è al vostro fianco». Puntualizzando poi che la pace deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale… Insomma, «dev’essere una pace vera e non una resa». Tra gli altri temi in discussione, l’efficacia delle sanzioni alla Russia, i rischi per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la lotta alle fake news con la necessità di azioni di contrasto più efficaci a livello europeo, bombardamenti alle strutture civili e il rapimento dei bambini ucraini («una pratica straziante e ignobile», per il nostro capo dello Stato), la ricostruzione e i crimini di guerra e l’ingresso di Kiev nell’Unione europea. E pure su questo snodo, che potrebbe avere un peso decisivo sul conflitto, Sergio Mattarella è molto esplicito: «La decisione della Ue di avviare il processo di integrazione dell’Ucraina è stata storica. L’Italia punta ora ad aiutare questo Paese per il raggiungimento dei parametri necessari».