Corriere della Sera

Kiev avanza nel fumo di Bakhmut

I soldati ucraini parlano di una «controffen­siva difensiva» Giallo su quattro velivoli dell’Armata abbattuti in Russia

- Dalla nostra inviata Marta Serafini

KOSTYANTYN­IVKA «È così da questa mattina, è l’inferno». Guarda il cielo la signora Ludmilla. Sta aspettando che i volontari vengano ad aiutarla per ritirare la pensione. «Chissà se questa settimana riesco». I boati però non lasciano tregua sul cielo di Kostyantyn­ivka. Sulla collina a ovest della città, verso Chasiv Yar, i lanciarazz­i sono in postazione. Colonne di mezzi e uomini si spostano di continuo tra le vie di una cittadina che sembra ormai un’enorme caserma a cielo aperto.

Pochi chilometri più in là c’è Bakhmut. Un colpo. «Questi erano Grad». Altri colpi. «Smerch». Le sirene non suonano nemmeno più. Poi un altro boato ancora più forte e una colonna di fumo nera alle nostre spalle. Il risultato saranno due morti, tra cui una ragazza di 15 anni, 10 feriti tra cui due adolescent­i, palazzi distrutti, un distributo­re di benzina, una farmacia e negozi colpiti. «Il presidente Volodymyr Zelensky è in visita in Italia, qui i civili continuano a morire, è bene che il vostro Paese abbia deciso da che parte stare», commenta al telefono il deputato ucraino Maksym Buzhanskyi.

Le notizie che arrivano dal fronte sono buone per Kiev. E lo sono per il terzo giorno consecutiv­o. Un record per il Donbass. «L’esercito ucraino sta avanzando in due direzioni su Bakhmut e ha già fatto molti prigionier­i», spiega la viceminist­ra della Difesa Hanna Malyar. «L’operazione difensiva in direzione Bakhmut continua», commenta prudente il comandante del gruppo di forze orientale Oleksandr Syrskyi. Non male per una «controffen­siva difensiva», come ormai la chiamano gli ucraini scherzando. Ma le immagini che arrivano da dentro la città sono a dir poco angosciant­i. Una cortina di fumo sopra le macerie. «Potresti pensare che sia nebbia. Ma è il fumo degli incendi e dei proiettili fumogeni usati dal nemico nel disperato tentativo di sfondare la nostra difesa», spiega il comandante della 24ª brigata meccanizza­ta separata.

A Kramatorsk il cielo è un poco più tranquillo anche se nella notte due Smerch hanno colpito un ospedale nella zona a sud della città. «L’avanzata su Bakhmut? La stiamo facendo noi», racconta un soldato. Nome in codice Ascoli. «Mi chiamano così perché ho vissuto tanti anni in Italia», spiega. Fa parte della 3ª brigata di fanteria d’assalto separata. «Siamo un corpo di volontari, molti di noi vengono dalla difesa territoria­le formata a Kiev all’inizio della guerra». Tra loro anche decine di membri marginali del gruppo Azov tornati dall’estero come Ascoli. «All’inzio avevamo solo kalashniko­v e molotov», continua il volontario. Ora il battaglion­e di difesa territoria­le «Azov» è diventato un corpo scelto armato con missili anticarro e mortai donati dagli alleati europei, ma anche cingolati M-113 e gli onnipresen­ti Humvee.

Il nervosismo dei russi è palpabile. Ieri Evgeny Prighozin non ha mancato il suo appuntamen­to quotidiano di insulti al capo di Stato maggiore russo Valery Gerasimov definito una «m... di comando militare». Ma soprattutt­o Mosca ha accusato Kiev di aver utilizzato i missili a lungo raggio Storm Shadow forniti dal Regno Unito per attaccare Lugansk, usati a detta della Difesa russa, contro i civili, anche bambini, nonostante le promesse fatte dai britannici. Un chiaro segno di angoscia che lascia trapelare come gli Storm Shadow, dopo gli Himars, potrebbero diventare la nuova arma decisiva.

E non solo. Due elicotteri Mi-8 e due caccia, un Su-34 e un Su-35, sono caduti nella regione russa di Bryansk, vicino al confine con l’Ucraina. Secondo il media russo Kommersant, erano pronti per un attacco sulla città ucraina di Chernihiv, proprio vicino alla frontiera, e sarebbero stati abbattuti da aerei o elicotteri nemici. Ma per gli ucraini si tratterebb­e di fuoco amico, innescato proprio dal nervosismo. «Il sistema di difesa aerea locale ha confuso il velivolo russo con un bersaglio nemico», spiega l’agenzia Unian.

Versioni diverse e informazio­ni ancora tutte da verificare, come sempre succede in guerra. Quello che è sicuro è che ieri a Kostyantyn­ivka la signora Ludmilla ancora una volta non ha ritirato la pensione, e dell’Eurovision non importava a nessuno.

 ?? ?? Le esplosioni Il ministero della Difesa ucraino ha pubblicato sul suo account Twitter delle foto di Bakhmut, la città del Donbass da mesi sotto assedio russo. «Invece della nebbia, c’è il fumo delle continue esplosioni», spiegano dalla Difesa ucraina
Le esplosioni Il ministero della Difesa ucraino ha pubblicato sul suo account Twitter delle foto di Bakhmut, la città del Donbass da mesi sotto assedio russo. «Invece della nebbia, c’è il fumo delle continue esplosioni», spiegano dalla Difesa ucraina

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