Rai, Sergio alla prova del cda «Resistono» Iacona e Damilano
Domani il voto sul nuovo ad. Poi le scelte sulle direzioni (e il Movimento se ne aspetta una)
Mobilitata sulle elezioni ROMA comunali di oggi e domani, la politica si prende una pausa dalla Rai, dove rimangono da sciogliere gli ultimi nodi prima del consiglio di amministrazione che domani, alle 10.30, si riunirà per la nomina di Roberto Sergio a amministratore delegato. Il dubbio più grosso da superare è quello della maggioranza che dovrà supportare la nuova gestione. Secondo indiscrezioni, la premier Giorgia Meloni vorrebbe ottenere per il nuovo ad una maggioranza che vada oltre i voti di Simona Agnes (quota Forza Italia), Igor De Biasio (quota Lega) e della presidente Marinella Soldi, la cui vicinanza a Matteo Renzi viene vissuta come un fattore di rischio. «Complimenti alla Rai e a Bruno Vespa per la pagina di servizio pubblico di oggi #Zelensky» ha twittato ieri il leader di Italia viva, battendo un rassicurante colpo.
Ecco perché andrebbe avanti da settimane un corteggiamento di Meloni nei confronti del M5S, cui il leader Giuseppe Conte sembra aver dato finora seguito. Proprio il venir meno, all’ex ad Carlo Fuortes, del voto in cda del consigliere «grillino» Alessandro di Majo, ha provocato il disarcionamento del manager. Ma adesso che si sta mettendo mano al nuovo organigramma della Rai, a Conte non basta più rientrare nel giro delle imminenti assegnazioni con un posto qualsiasi per Giuseppe Carboni, uno dei pochi direttori del Tg1 che, una volta avvicendati, non ha ottenuto altro.
Davvero Meloni vuole dare in mano a Soldi il pallino della sua maggioranza in cda? É il ragionamento del M5S. Che ora, fa sapere, sente il bisogno di avere una voce in capitolo, una fonte di «narrazione», insomma una direzione o una testata di peso. Rai Parlamento non viene considerata abbastanza, di qui la richiesta di accedere a RaiNews, a una Radio, oppure a una direzione di prima grandezza (e capacità di spesa), come la Fiction, la Cultura o il Cinema. Del resto, fa notare l’entourage grillino, il Pd, pur avendo già annunciato il voto negativo in cda di Francesca Bria, è stato premiato con il mantenimento di direzioni di genere importanti, come appunto Fiction, Cultura e Cinema, più il Tg3 e RadioTre.
Sul fronte programmi, confermati Report e In mezz’ora, potrebbe essere ridimensionata la presenza Corrado Augias, che conduce tre trasmissioni sulla terza rete, a partire forse da Rebus. Salvi Porta a Porta e Cinque Minuti di Bruno Vespa e Presadiretta di Riccardo Iacona, per Agorà si ipotizza un cambio di conduzione, sia nell’edizione invernale che in quella estiva: in corsa Manuela Moreno, Stefano Fumagalli e forse Annalisa Bruchi. Più difficile che Marco Damilano possa lasciare lo spazio su Rai3. Tra le conduttrici interne che potrebbero essere valorizzate dal centrodestra ci sono Monica Setta e Laura Tecce, mentre Luisella Costamagna potrebbe approdare al day time di Rai2 e Luca Barbareschi proporre una nuova edizione del suo «In barba a tutto».