Grillo va oltre la democrazia diretta: basta l’algoritmo
Dalla democrazia diretta a quella dell’intelligenza artificiale. Ora sono le nuove tecnologie il totem di Beppe Grillo. Solo nell’ultima settimana ha ospitato due interventi sul suo blog. Testi che spalleggiano l’intelligenza artificiale. «La Ia apre una nuova strada per controllare, o apprendere, o decodificare all’istante il significato talvolta predittivo del dolore», si legge in un testo del ricercatore Paolo Fiorentino che mostra i potenziali benefici di carattere medico. Si aprono «porte per potere forse un giorno finanche sviluppare nei robot emozioni o una coscienza come quelle umane», ipotizza l’autore. Ma Grillo si spinge oltre. In sequenza attacca premierato e presidenzialismo e ritwitta un intervento dell’esperto di comunicazione Stefano Pedrollo: «Se è vero che la democrazia rappresentativa è il miglior sistema politico di cui disponiamo, è anche vero che non è un modello definitivo e può (deve) evolversi». Una soluzione? Sul blog del garante, che una volta distruggeva sul palco i pc, si legge: «Per la sua velocità, imparzialità, ubiquità e capacità di memorizzazione di dati, un algoritmo può inevitabilmente superare le lacune della democrazia rappresentativa e l’inutile (e dannosa) personalizzazione della politica». Non solo Ai. Da giorni sul blog del garante M5S vengono pubblicati audio realizzati dallo stesso showman, in questo caso sempre più nei panni dell’Elevato, padre fondatore della confessione dell’Altrovismo. I temi sono quelli di sempre: disuguaglianze sociali, disfunzioni della politica. Grillo parla e attacca a tutto campo. «Il Nobel per l’Economia non esiste». E incalza in un altro: «Al primo posto nei Paesi ricchi del mondo c’è l’avidità».