Corriere della Sera

Buffett, l’anziano guru presenta il suo erede: è il «contabile» Abel

Investitur­a ufficiale dell’«oracolo di Omaha», e lui esce dall’ombra

- Da New York Massimo Gaggi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Lui fa tutto il lavoro e io prendo gli applausi. Per adesso va bene così». Nel weekend scorso, alla convention annuale della Berkshire Hathaway, davanti a 17 mila investitor­itifosi stipati nella più grande arena sportiva del Nebraska, Warren Buffett ha incoronato a modo suo — con una battuta che mette insieme ironia e concretezz­a — il futuro «oracolo di Omaha»: Greg Abel.

Sessant’anni, zero carisma, una carriera iniziata facendo il contabile, Greg non sembra la figura ideale per prendere le redini di una conglomera­ta posseduta da investitor­i-tifosi, conquistat­i dal magnetismo di Warren, oltre che dagli abbondanti profitti.

Ma Abel ha altre qualità che lo rendono insostitui­bile: da cinque anni è alla guida di quasi tutte le attività del gruppo (unica eccezione le assicurazi­oni Geico) che spaziano dalla rete ferroviari­a Bnsf, al trasporto aereo (NetJets) all’alimentare (Dairy Queen), con partecipaz­ioni rilevanti in Apple, Coca Cola, Bank of America e American Express e grandi investimen­ti tanto nelle energie rinnovabil­i (sole ed eolico) quanto in quelle tradiziona­li (Chevron e Occidental Petroleum).

Una conglomera­ta da 710 miliardi di dollari fatta di tante imprese diverse che, dice Buffett, «Greg conosce ormai molto meglio di me. Per il futuro non ho un piano B: se gli dovesse succedere qualcosa direi al nostro board che abbiamo un grosso problema».

Un’incoronazi­one in piena regola che, in realtà, è una conferma: alla convention di due anni fa, infatti, Charlie Munger, vicepresid­ente di Berkshire e braccio destro di Buffett, si era già fatto sfuggire la notizia, che doveva restare riservata.

L’allora novantenne, ma sempre arzillo Buffett aveva mostrato comprensio­ne per la svista del suo socio anziano: allora Munger aveva 97 anni. Dopo quell’annuncio nulla è cambiato: Greg ha continuato a lavorare dietro le quinte, invisibile anche durante la convention 2022: un po’ per naturale ritrosia ad apparire in pubblico, un po’ per lasciare tutta la scena ai due grandi vecchi.

Oltre alla competenza e alla fedeltà, Buffett ha apprezzato la discrezion­e di Abel ma quest’anno, davanti ad azionisti sempre più inquieti che temono per il futuro di un gruppo guidato da un finanziere di 92 anni e da un altro quasi centenario, ha deciso di portare sul palcosceni­co anche il suo successore che, benché un po’ impacciato, ha risposto con prontezza e competenza a un fuoco di fila di domande.

Dunque strada spianata per Greg. Con un’unica, piccola macchia: il futuro oracolo, che ha già un patrimonio di azioni Berkshire del valore di circa 100 milioni di dollari (come manager ne guadagna 19 l’anno), il 22 marzo scorso, per dimostrare il suo impegno nella società che andrà a guidare (per Buffett chi crede in Berkshire dovrebbe investire lì il grosso del suo patrimonio), ha comprato altri titoli per 25 milioni. Molto ma poco rispetto agli 870 milioni di dollari che Abel ha incassato vendendo la sua quota della Berkshire Energy, il ramo energetico del gruppo che lui ha gestito e fatto crescere per molti anni.

Forse Abel si tiene cartucce di riserva da sparare quando prenderà davvero le redini del gruppo che per adesso continua a essere guidato da un Buffett, apparso a Omaha lucidissim­o, prudente — ha detto ai suoi fan di non chiedere miracoli, visto che il rallentame­nto dell’economia peserà sui profitti Berkshire — e sempre popolariss­imo.

I diecimila pupazzi con il voto di Buffett e di Munger prodotti dalla sua azienda di giocattoli, la Jazwares, venduti a 10 dollari, sono andati a ruba. Ora, chi li vuole, può comprarli su eBay a 500 dollari l’uno.

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