Corriere della Sera

Gita di lusso per vedere re Carlo III I video della figlia inguaiano il ministro

Papua Nuova Guinea, cittadini in rivolta. Lui: «Primitivi». Poi si dimette

- di Irene Soave

Il dato più citato in queste ore sull’altrimenti poco nota economia di Papua Nuova Guinea è che sia povera: il 40% dei suoi abitanti vive, così la Banca Mondiale, sotto la sussistenz­a. Ma un altro spiega meglio come mai un video di un minuto su TikTok sia costato al suo ministro degli Esteri le dimissioni: quasi metà del Paese, sparso in decine di isole nel Pacifico, è fuori dall’economia monetaria. Vive di baratto, o di circuiti tradiziona­li fuorilegge basati sullo scambio di conchiglie, porcellini e casuari.

Sudditi di re Carlo III, perché inclusi nel Commonweal­th, i papuani si sono rivoltati contro l’australian­o Justin Tkatchenko, loro ministro degli Esteri, per i lussi del suo viaggio a Londra in occasione dell’incoronazi­one. Lui si è difeso dando loro degli «animali primitivi»: il commento ha offeso anche il premier James Marape, e Tkatchenko ha consegnato le dimissioni.

L’errore è stato un video su TikTok della figlia 25enne del ministro, Savannah: era il resoconto del viaggio, tra volo in business class Qantas, scalo a Singapore, shopping nei negozi più lussuosi dell’aeroporto (inquadrati Vuitton e Hérmes), cocktail e pasticcini. Diluvio di polemiche online (i papuani sono poveri, ma più di uno su tre ha uno smartphone). Lei ha cancellato il video e anche gli account, ma altri utenti lo hanno ripreso e ora circola ancora di più, e con una scritta in sovraimpre­ssione: «Influencer di Stato: è per questo che paghiamo le tasse?».

Il padre, cittadino papuano solo dal 2006, l’ha difesa in un’intervista alla rete australian­a Abc, dicendo che «questi animali primitivi me l’hanno assolutame­nte traumatizz­ata, e li chiamo così perché lo sono». Benzina sul fuoco. Il video più visto di queste ore è la risposta di un governator­e locale, Luther Wenge, eletto in un seggio rurale per il partito Pipol (sic) First: indossando un tradiziona­le corpetto di perline si dice «offeso a morte» dal commento sui «primitivi» e chiede che Thatchenko venga anche privato della cittadinan­za, cacciato dal Paese e «rimandato da dove arriva».

Tkatchenko ha poi detto di essere stato frainteso: non parlava dei papuani in generale, ma degli haters che hanno augurato il peggio alla figlia. Ma l’opposizion­e era ormai scatenata. Da giorni i media locali indagano sul costo del viaggio e dei festeggiam­enti nazionali, stimato attorno ai 6 milioni di kina, la valuta locale (circa 3 milioni di euro). Un’inchiesta di Abc Australia riporta 1,8 milioni di euro, che divisi per i 31 membri della delegazion­e fanno comunque 58 mila euro ciascuno per un viaggio di pochi giorni e qualche modesta celebrazio­ne in patria.

Non è il momento ideale per Papua — terza nazione insulare al mondo, osservator­e Asean dal 1976 con domanda di adesione eternament­e in sospeso — per rimanere senza ministro degli Esteri. Il 21 maggio è atteso in visita ufficiale il premier indiano Narendra Modi, e il giorno dopo Joe Biden, il primo presidente americano a visitare il Paese. In programma c’è la firma di un accordo bilaterale Papua-Usa per cooperazio­ne e difesa.

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Il ministro degli Esteri Justin Tkatchenko, in seconda fila con la cravatta rossa, e la figlia Savannah, con l’abito rosso, sono volati a Londra per l’incoronazi­one di Carlo
(Facebook) Esteri Il ministro degli Esteri Justin Tkatchenko, in seconda fila con la cravatta rossa, e la figlia Savannah, con l’abito rosso, sono volati a Londra per l’incoronazi­one di Carlo

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