Corriere della Sera

Bebo, San Siro e le barzellett­e Addio al supertifos­o del Milan

Martinotti aveva 76 anni. Cairo: era campione di simpatia

- Di Monica Colombo

Amante del calcio e tifoso sfrenato del Milan, fedelissim­o di Silvio Berlusconi e dirigente della prima ora di Publitalia, protagonis­ta delle notti della Milano da bere, papà nonché nonno affettuoso. È stato questo e molto altro Bebo Martinotti, l’eterno ragazzo con il ciuffo seduto, in ogni gara casalinga del Diavolo dell’era berlusconi­ana, una fila sopra il Cavaliere e Adriano Galliani. Spesso in maniche corte, in ogni stagione: la polo bianca era la sua divisa preferita e poteva spiccare in una distesa di piumini e giubbotti scuri anche negli inverni più rigidi.

È morto venerdì per improvvise complicazi­oni dopo un intervento al cuore. Trasferito­si negli ultimi anni in Kenya, i ritorni in Italia erano scanditi oltre che dalle visite alla famiglia anche dalle partite dell’amatissimo Milan. Proprio durante la gara di coppa con il Napoli, salendo le scale dello stadio, aveva sentito un affanno. Di lì la decisione di fermarsi a Milano e sottoporsi ad accertamen­ti.

«Che dispiacere. Un amico con un cuore grande, era profondame­nte buono», ha commentato Urbano Cairo, presidente di Rcs e un tempo membro della famiglia di Fininvest. «Conosco Bebo dal 1981, quando ero assistente personale di Silvio Berlusconi. Ci siamo frequentat­i per tanti anni, prima che mi trasferiss­i in Mondadori. Quando un amico comune, Natale Bellati, mi ha avvisato venerdì notte è stato un duro colpo. Ci saremmo dovuti incontrare a Pasqua a Forte dei Marmi, ma io non ero potuto andare».

Impossibil­e non provare simpatia per Bebo, che a dispetto della carta d’identità — avrebbe compiuto 77 anni il 16 luglio — ha vissuto la vita con leggerezza, affrontand­ola a morsi, con grandi sorrisi e senza prendersi troppo sul serio. «All’epoca giocavamo a calcio ogni martedì in una specie di torneo aziendale», ha rivelato Cairo. «Poiché le squadre cambiavano ogni settimana, veniva stilata per ciascun giocatore una sorta di classifica individual­e in base ai punti accumulati nelle varie sfide. In un’occasione sono arrivato primo e a distanza di tempo quando incontravo Bebo mi diceva “ti ricordi che hai vinto ma non ti abbiamo dato la coppa?” e giù risate». In pieno edonismo anni Ottanta, era anche l’animatore delle serate. «Uscivamo spesso, andavamo in qualche locale. Era molto simpatico».

Grande narratore di barzellett­e, si dice fosse il collaudato­re delle storielle che poi Berlusconi raccontava a una platea più ampia. Martinotti era l’unico che fra tanti commensali compiacent­i aveva la facoltà di rispondere con una battuta dissacrant­e al Cavaliere. «Era la positività in persona», lo ha ricordato il figlio Luca. «Era un cavallo matto, un personaggi­o eclettico ma capace di esserci vicino sempre. Sapeva creare empatia».

Due matrimoni, quattro figli e uno stuolo di nipoti. Gli amici saluterann­o Bebo martedì alla chiesa di Santa Maria Annunciata in Camposanto. Che rabbia non poter vedere se il Milan riuscirà a conquistar­e la finale di Champions, penserà lui.

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Bebo Martinotti con Silvio Berlusconi a S.Siro; sopra è al centro con i capelli bianchi in una partita degli anni 80 anche con calciatori del Milan (il primo in basso a sinistra è Virdis)
In campo Bebo Martinotti con Silvio Berlusconi a S.Siro; sopra è al centro con i capelli bianchi in una partita degli anni 80 anche con calciatori del Milan (il primo in basso a sinistra è Virdis)
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