Corriere della Sera

«Il Giro-E vetrina ideale per il futuro dell’auto L’ibrido convince gli italiani presto l’opzione idrogeno»

Luca’, ad Toyota Italia: 36 stazioni di ricarica nel 2026

- Di Luca Delli Carri

Un Grande Giro a impatto zero forse non sarà mai possibile, ma la cosa che più gli si avvicina è il Giro-E. Che quest’anno, grazie a Toyota, può contare su una flotta di auto che viaggia totalmente in elettrico. È un bel banco di prova anche per i veicoli: 1.150 chilometri al seguito dei ciclisti, quasi cinque volte di più di trasferime­nti.

«Ci tenevamo molto a dare un ulteriore contributo alla sostenibil­ità del Giro, perché il ciclismo è lo sport su due ruote più sostenibil­e che c’è», spiega Luigi Ksawery Luca’, amministra­tore delegato di Toyota Motor Italia. «Dovendo lanciare bZ4X, la prima full electric con piattaform­a dedicata sviluppata da Toyota, abbiamo deciso di mostrarla in anteprima al Giro-E. Una vettura a zero emissioni con un’autonomia di oltre 500 chilometri, per raccontare, da un lato, ciò che stiamo facendo da un punto di vista della mobilità sostenibil­e, e dall’altro dare un contributo concreto per trasformar­e il Giro in un evento davvero sostenibil­e».

Oltre alle cinque bZ4X full electric, al Giro-E c’è anche la nuova Prius.

«La esponiamo nei villaggi di partenza. È la quint’essenza della nostra tecnologia full hybrid, plug-in, giunta alla quinta generazion­e: 69 chilometri di autonomia in elettrico e meno di 20 grammi di emissioni di CO2. Ha un contenuto tecnologic­o altissimo, incluso il tetto a pannelli solari che permette di ricaricare una parte della batteria. Ma è anche un’auto che ha fatto la storia: la prima vettura ibrida di massa, la più venduta con oltre 5 milioni di esemplari in tutto il mondo dal 1997».

Toyota ha venduto 22 milioni di auto elettrific­ate e ha annunciato che entro il 2025 il 90% delle sue vendite in Europa riguardera­nno questa tipologia di vetture.

«Non ci siamo fermati ai risultati ottenuti con l’ibrido plug-in. Abbiamo percorso anche altre strade. Una è l’elettrico a batteria, per il quale abbiamo cercato di massimizza­re l’affidabili­tà delle batterie garantendo­ne la durabilità negli anni. Un’altra è l’idrogeno: ci crediamo moltissimo e pensiamo che sia una soluzione complement­are rispetto all’elettrico a batteria. Abbiamo poi sviluppato anche soluzioni di mobilità che prescindon­o dall’automobile, con il brand Kynto».

L’automobili­sta italiano è pronto a cambiare?

«Sì, e lo dimostra il fatto che Toyota ha chiuso il 2022 come terzo brand più venduto in Italia e come secondo brand per vendite a privati. Se teniamo conto che oltre il 70 per cento delle nostre vendite sono full hybrid, è un risultato straordina­rio».

Lei usa la bici?

«Soprattutt­o nel fine settimana e nel tempo libero. Uso anche l’automobile, naturalmen­te, della quale sono un grande appassiona­to».

Al seguito dei ciclisti una flotta di vetture del brand giapponese totalmente in elettrico

Che cosa guida?

«Lexus UX elettrica per l’uso quotidiano, mentre per i viaggi con la famiglia un RAV4 Plug-In Hybrid o un Higlander a 7 posti full hybrid».

L’idrogeno diventerà mai una vera opzione?

«Certamente. Il nostro modello si chiama Mirai, che significa futuro. È alla seconda generazion­e e con un pieno, che si fa in cinque minuti, percorre 650 chilometri. Oggi esistono solo due stazioni di ricarica, a Bolzano e a Venezia, ma il Pnrr prevede entro il 2026 altre 36 stazioni in Italia. Non è una cronometro, è una maratona, ma taglieremo il traguardo».

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Il team La squadra Toyota che pedala al Giro-E con l’ad Luigi Ksawery Luca’

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