«Vorrei cenare con Sara»
Maurizio de Giovanni ha un debole per il suo personaggio, al centro di un nuovo caso
Se Maurizio de Giovanni potesse uscire una sera a cena, nella realtà, con uno dei suoi personaggi letterari non avrebbe dubbi su chi invitare: «Sara». «Mi piace, la trovo interessante, una donna che ha delle qualità che mi attraggono — aggiunge lo scrittore nato a Napoli nel 1958 —. Non dico che me la sono costruita apposta così, perché i personaggi non te li fai su misura, ma quello che posso dire è che sono felice di averla incontrata». La confessione, quasi una dichiarazione d’amore, arriva alla vigilia della nuova avventura del personaggio della «donna invisibile», Sorelle. Una storia di Sara (Rizzoli) in uscita martedì 16 maggio per la collana Nero. Apparsa per la prima volta nel 2018 in formato racconto nel volume Sbirre (con le «colleghe» create da Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo), Sara Morozzi, ex agente di Polizia in pensione, già in forze a una speciale Unità dei Servizi che si occupa di attività di controllo, intercettazione e raccolta di informazioni; professionista formidabile nella comprensione del linguaggio del corpo, della mimica facciale, della gestualità. È una figura che per indole fa di tutto per passare inosservata ma che nel panorama della letteratura noir si è guadagnata negli anni il favore dei lettori. E dell’autore: «Pur amando Ricciardi, i Bastardi e Mina Settembre, con Sara mi diverto di più». Quello in uscita è il sesto romanzo della serie: le sorelle del titolo sono in realtà le colleghe, forse rivali, poi amiche, Sara e Teresa, che lavoravano nella stessa Unità: diverse in tutto; nel carattere, la prima metodica e razionale, la seconda, volitiva e ambiziosa; nel comportamento, misurato per l’una, impulsivo per l’altra; nell’aspetto, la bionda Teresa esibisce la sua bellezza, la mora Sara (oggi grigia) occulta il suo fisico sotto vesti larghe e tacchi bassi. Sono Bionda e Mora.
«Mi piace che i personaggi vadano un po’ per conto loro; in fase di preparazione prevedo fino a un certo punto quello che succederà, ma poi molte cose le lascio accadere e le guardo. Mi incuriosiva mettere in interazione queste due donne così diverse».
Nel romanzo scopriamo di più del loro passato: di quando lavoravano assieme e per un certo tempo hanno vissuto sotto lo stesso tetto, nel periodo in cui Sara ha abbandonato marito e figlio per amore di un altro uomo, che era anche il suo capo; di quando l’una ha confortato l’altra, ne ha raccolto le lacrime, ne ha condiviso il dolore per una perdita; di quando si sono allontanate senza davvero mai perdersi di vista.
Bionda e Mora sì, ma non come bianco e nero. «Le donne — dice de Giovanni a proposito dei personaggi femminili — hanno più sfumature, è come dipingere un quadro avendo più colori a disposizione. Gli uomini sono più netti nei contorni, le donne invece imprevedibili». Soprattutto quando c’è di mezzo l’amore che per Sara è assoluto e per Teresa, sulla carta, passeggero. E riguardo il variopinto universo femminile, c’è anche da registrare l’ingresso di una giovane misteriosa donna dai capelli rossi...
Convivono situazioni del presente con pagine del passato, gli anni Ottanta e Novanta, quando le due lavoravano fianco a fianco. Teresa ora è in pericolo e c’è solo una persona in grado di capirlo da segnali invisibili: una spunta blu che non arriva a un messaggio sul cellulare; un’assenza improvvisa seppur in apparenza giustificata da seri motivi di salute; una portafinestra di casa lasciata socchiusa.
Sara non ha dubbi: l’amica, che oggi è capo dell’Unità segreta dei Servizi, è stata rapita ed è tenuta prigioniera. Che sia già morta? No, finché i suoi sequestratori penseranno che ha qualcosa che li può incastrare la terranno in vita, poi... «Lei è della vecchia scuola, come noi. Avrà fatto in modo di avere un’assicurazione. Documenti, prove consegnate in custodia a qualcuno».
Sara ne è certa, comincia a scavare nella vita dell’amica e, inevitabilmente, anche nella sua. Ora come allora il nemico da combattere è sfuggente: sono poteri oscuri che raramente hanno nomi e cognomi, semmai cariche, professioni, titoli. L’avvocato, il dottore, l’eminenza; talvolta, appellativi vezzosi come il Giardiniere; comunque figure protette, inafferrabili, intoccabili.
«Sara è la mia serie tra virgolette più politica — avverte de Giovanni —, nel senso che è quella che investe le problematiche sociali e i beni comuni. Sono contento dell’intreccio e di aver potuto raccontare qualcosa di sommerso, di carsico come il traffico e il trattamento dei rifiuti tossici con l’estero. È un business fortissimo della criminalità connessa alle istituzioni, mi faceva
La trama
Teresa — amica, collega, rivale, sorella — è stata rapita. Tocca a Sara trovarla e salvarla
piacere parlarne anche se in maniera indiretta».
Salvare la «sorella» diventa una lotta contro il tempo ma in questa missione Sara non è sola al suo fianco un gruppo, che il lettore fedele ha nel tempo imparato a conoscere e che somiglia più a una stramba famiglia che a un’efficiente squadra investigativa. Eppure sarà l’intraprendenza della fotoreporter Viola, nuora di Sara; sarà il fiuto dell’ispettore Pardo o quello ancor più raffinato dell’inseparabile cagnone Boris che lo accompagna; saranno i superpoteri dell’anziano Andrea, altro collega di Sara a riposo, ex archivista, non vedente o come dice lui «diversamente vedente» perché grazie agli altri sensi riesce a leggere situazioni, a cogliere pericoli.
È una nuova geografia famigliare quella che si delinea attraverso questi rapporti. «Le parentele sono poco definite. È un modo moderno di intendere le famiglie: prima contava di più il sangue, oggi valgono i sentimenti» dice de Giovanni. E gli fa eco il personaggio di Bionda che nel romanzo, rivolgendosi a Mora dice: «Siamo due sorelle che si sono scelte».
Così quando Sara riceve un enorme mazzo di rose e un galante invito a cena è con lei che, timida, si confida: «Ma io... io non lo so se ci voglio andare... non so se sono capace, e poi che gli dico? Di che parlo?». La vera domanda, replica l’amica, è un’altra: «Che ti metti?».
Ai lettori il piacere di scoprire la mise da sera di Sara. E lo scrittore Maurizio de Giovanni come si vestirebbe per incontrare nel romanzo il suo personaggio preferito: «Un paio di jeans e una giacca sarebbero l’ideale».