Bagnaia non si cura della sprint «In gara sarà un’altra storia»
Il pilota della Ducati, 3° nel miniGp, ma ottimista per oggi. Si rivede Marquez
Lo specialista della gara sprint (due vittorie su quattro), questa volta ha dovuto arrendersi. Pecco Bagnaia nel miniGp di ieri, a Le Mans, ha ceduto a un arrembante Martin (Ducati Pramac) e subito dopo a un indiavolato Binder con la Ktm ufficiale. In compenso il torinese della Ducati ha dovuto sudarsi il terzo posto lottando per 5 interminabili giri con un Marquez ritrovato, se non del tutto quasi, capace di far rivivere a tratti quella guida spettacolare che l’ha reso celebre nei momenti migliori. Pecco ha reagito a un sorpasso deciso dello spagnolo, rientrato dopo 45 giorni di convalescenza — al limite di quella maggiore severità inaugurata in Spagna (dove Bagnaia fu costretto a cedere la posizione dopo uno sorpasso simile ai danni di Miller) — senza scomporsi. Non gli ha dato tregua il leader del Mondiale, incollato al codone della Honda, fino al 9° giro, quando con una staccata perfetta ha rimesso le ruote della sua Desmosedici davanti alla RCV del fenomeno catalano. A cui non ha dato modo di reagire, chiudendo ogni spazio.
La sprint race non fotografa sempre, o del tutto, i reali valori in pista, perché nel gran premio di oggi lo scenario potrebbe cambiare. Come ha spiegato lo stesso Bagnaia. «Il consumo delle gomme sarà diverso domenica, su una distanza maggiore» ha messo in guardia Pecco che prevede un’altra gara, forse più favorevole a lui, pensando agli ultimi giri quando stava per riprendere Binder e vedeva Marquez cedere metri (tanto da farsi superare da un ottimo Marini al decimo passaggio). Il pilota del Mooney VR46 ha atteso l’esito del duello tra Bagnaia e Marquez per poi dare la zampata al momento buono. Settimo posto per il suo compagno di squadra Bezzecchi, aggressivo in gara su Aleix Espargarò, primo di un’Aprilia che ha piazzato il suo capitano all’ottavo posto e Viñales alle sue spalle.
La vera incognita rimane così la Ktm, in crescita gara dopo gara, una competitività confermata proprio da Binder che in classifica ha superato Bezzecchi al secondo posto, e in parte anche da Jack Miller, partito forte, ma poi scivolato. Le Ducati restano le moto da battere, ma la superiorità fin qui dimostrata sembra assottigliarsi. Non cambia invece la situazione di una Yamaha costretta ogni volta a inseguire. Fabio Quartararo dopo aver recuperato 5 posizioni (dalla 13ª all’8ª) è caduto davanti al suo pubblico, incredulo, accorso in massa a sostenere il suo beniamino che l’anno scorso si fermò proprio ai piedi del podio. «Devo guidare sempre al limite — ha spiegato sconfortato il francese —. Abbiamo perso i nostri punti di forza».