Ricerca indipendente? Facile a dirsi
Si invoca spesso la necessità di una maggiore quota di ricerca clinica indipendente, non finalizzata a obiettivi «profit». Riuscirci, nonostante la buona volontà di molti, non è però facile. C’è la difficoltà a reperire fondi, ma questo è soltanto il primo degli scogli da superare nonostante decreti successivi abbiano messo mano alla materia per favorire questo tipo di ricerca. Tali decreti prevedono diverse, importanti, agevolazioni. L’ultimo consente anche la cessione a terzi dei dati prodotti a fronte (oltre che della copertura dei costi e di un compenso per gli sperimentatori) di una cifra che tenga conto del loro valore prospettico. Cosa, quest’ultima, non facile da stabilire,e che può essere determinata solo da adeguate figure «peritali». Altri nodi da affrontare sono per esempio quelli relativi alla rendicontazione dei materiali utilizzati o del trattamento dei dati in base alle norme che tutelano la privacy (e qui si entra in un ginepraio). Se ancora non bastasse: che dire degli Irccs che conducono gli studi clinici? Sono da considerare alla stessa stregua quelli che fanno capo a istituzioni pubbliche e quelli che fanno capo, seppure indirettamente, a gruppi imprenditoriali? Molti sono gli aspetti da considerare e differenti le competenze chiamate in causa. Competenze che, fra l’altro, parlano linguaggi molto diversi. Per questo sono necessari non solo interventi legislativi, ma anche occasioni che favoriscano il dialogo e il confronto fra tali figure. Perché la ricerca indipendente rappresenta non solo un’occasione ma una vera necessità per il progresso scientifico e per la libertà di circolazione delle idee e dei risultati (basti pensare alla facoltà di pubblicare anche quelli negativi). D’altra parte sarebbe ingenuo pensare che un’università o un Irccs possano portare un potenziale farmaco fino alla registrazione senza l’intervento di un soggetto che abbia la forza economica, e, a sua volta, le competenze per questo tipo di sviluppo. Dialogo, trasparenza e , ove possibile, «snellimento» delle procedure sono da auspicare per tutelare una ricerca che rappresenta un patrimonio comune.