Infermiere di famiglia Chi è e che cosa fa
Questa nuova figura non si occupa soltanto delle prestazioni di routine. In realtà è un «facilitatore» che orienta le persone verso i servizi di cui hanno bisogno e su come accedervi E dà consigli per migliorare lo stile di vita
Un infermiere di riferimento sul territorio al quale rivolgersi per ogni bisogno sanitario (espresso o potenziale), in ambulatorio o a domicilio, nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, quindi senza pagare. Proprio come avviene col medico di medicina generale.
È l’infermiere di «famiglia e di comunità» (IFeC), figura introdotta nel 2020 per potenziare l’assistenza territoriale, da una legge dello Stato che ha stanziato appositi fondi per l’assunzione di circa 9.600 infermieri, ovvero circa 8 unità ogni 50 mila abitanti, in media un IFeC ogni 6.250 utenti. L’anno scorso, poi, il Decreto di riforma dell’assistenza territoriale ha stabilito che deve esserci almeno un IFeC ogni tremila abitanti. Ma attualmente quanti sono gli infermieri di famiglia e comunità? E che cosa fanno? A fare chiarezza, per la prima volta, è un’indagine dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), realizzata tra aprile e giugno 2021 in collaborazione con i dirigenti infermieristici delle Asl italiane.
Ebbene, a quella data risultavano in servizio appena 1.062 IFeC nelle 14 Regioni che hanno partecipato allo studio. Dice uno degli autori, Lorena Martini, direttore dell’Unità operativa complessa Formazione ECM di Agenas: «I dati raccolti non si discostano da quelli certificati dalla Corte dei conti nel 2021, cioè 1380 IFeC presenti in tutte le Regioni, quindi di gran lunga inferiori ai circa 9.600 previsti dalla legge del 2020, e ancora più lontani dai nuovi parametri fissati nel 2022».
Ad oggi si stima che siano circa tremila gli infermieri di famiglia e comunità in servizio nelle strutture del Servizio sanitario, comunque troppo pochi rispetto al fabbisogno.