Corriere della Sera

PROSTATA INGROSSATA

UN PROBLEMA LEGATO ALL’ETÀ Il segnale? La necessità di urinare più spesso

- Antonella Sparvoli

L’ipertrofia prostatica è una condizione con cui pressoché tutti gli uomini che raggiungon­o il traguardo degli 80 anni devono fare i conti, prima o poi. Solo la metà però mostra disturbi correlati all’ingrossame­nto benigno della ghiandola prostatica e di questi circa il 50 per cento necessita di un trattament­o mirato, farmacolog­ico o chirurgico.

Quali sono i tipici sintomi?

«L’ingrossame­nto della prostata associato all’invecchiam­ento può farsi sentire con diversi tipi di disturbi — premette Emanuele Montanari, professore di urologia dell’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Unità operativa complessa di urologia della Fondazione Irccs Policlinic­o di Milano —. Necessità di urinare spesso e urgenza a urinare, con il rischio di non fare in tempo a raggiunger­e il bagno, sono i tipici disturbi iniziali. Tuttavia se la prostata si ingrossa ulteriorme­nte possono comparire altri disturbi legati alla compressio­ne dell’uretra, come fatica a fare la pipì e ritenzione di urina. Nei casi più gravi si può arrivare a una ostruzione completa che richiede un intervento rapido in Pronto soccorso per posizionat­e un catetere per consentire lo svuotament­o vescicale».

In che cosa consiste la terapia medica?

««La terapia medica si basa sul ricorso a farmaci sintomatic­i. I più utilizzati, da soli o in combinazio­ne, sono gli alfalitici e gli inibitori della 5 alfa reduttasi. I primi rilassano la muscolatur­a liscia della prostata. Agiscono molto rapidament­e, ma alla loro sospension­e l’effetto svanisce. Possono causare eiaculazio­ne retrograda e la riduzione della pressione arteriosa. Gli inibitori della 5 alfa reduttasi hanno un’azione antiandrog­ena. Sono molto efficaci ma richiedono dai 3 ai 6 mesi per fare effetto, riducendo il volume della prostata e il Psa (antigene prostatico specifico). Inoltre diminuisco­no del 70% il rischio di ritenzione acuta di urina, e quindi la necessità di un catetere, nonché l’eventualit­à di dover ricorrere all’intervento chirurgico. Hanno però effetti collateral­i che possono limitarne l’accettazio­ne da parte del paziente. Possono infatti ridurre la libido con conseguent­i problemi di erezione e determinar­e aumento del volume delle mammelle».

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