L’Intelligenza Artificiale impiegata nella terapia del dolore
La pandemia da Covid-19 ci ha lasciato sicuramente in eredità la maggiore dimestichezza con l’uso dell’innovazione tecnologica: dalle app ai computer, fino alla telemedicina che, sia pure tra mille difficoltà, sta diventando sempre più diffusa e accessibile. Per non parlare dell’Intelligenza artificiale che, con l’ascesa di ChatGPT, è diventata uno dei temi più dibattuti in ogni contesto.
All’ondata «tech» non poteva sfuggire una disciplina particolare come quella della terapia del dolore. «Il suo obiettivo principale è quantificare e trattare la patologia dolorosa di qualunque natura sia — spiega Elena Giovanna Bignami, professore ordinario di Anestesia e Rianimazione, Università di Parma; esperta di Intelligenza artificiale di Siiarti (Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva). « Notoriamente, questa condizione grava in modo sostanziale sulla qualità di vita di chi prova dolore e sul contesto sociale in cui il paziente è inserito — continua l’esperta —. La valutazione del dolore è l’elemento cardine per l’impostazione di una terapia efficace. A oggi, però, questa valutazione è limitata dalla natura soggettiva del sintomo che, in quanto tale, è condizionato da diversi fattori di confondimento. È stato dimostrato, ad esempio, come ansia, paura e stress possano aumentare la percezione del dolore, mentre alcuni individui tendono a minimizzare e a sottostimare l’entità del sintomo. In entrambi gli scenari la calibrazione della terapia diventa particolarmente complessa».
All’Istituto nazionale dei tumori - Fondazione Pascale di Napoli, un gruppo di medici anestesisti esperti in terapia del dolore, coordinati da Marco Cascella, sta offrendo ai pazienti affetti da dolore oncologico il supporto dell’Ia per rendere oggettive le loro percezioni, attraverso la telemedicina.
«Il fine è cercare di capire davvero l’entità, la causa e la tipologia del dolore provato dalla persona in quel momento per scegliere la terapia migliore, creando un rapporto costante di fiducia con il medico. In tale processo, il contributo degli strumenti forniti dall’Ai è fondamentale. Il dolore è di solito accompagnato da espressioni facciali spontanee, da un linguaggio caratteristico, da posture particolari del corpo e da modifiche dei parametri fisiologici cardiovascolari, respiratori e della sudorazione e dell’attività cerebrale. I comportamenti possono essere registrati e analizzati utilizzando particolari strumenti di Ia “emozionale” per valutare in modo specifico le emozioni e la loro influenza sulla espressione del dolore», dice Bignami.
Il gruppo di ricerca del Pascale ha prima «allenato» l’Ai, usando un database di immagini. I risultati dello studio sono incoraggianti: «Nonostante i metodi di valutazione automatizzata del dolore non sostituiscano le valutazioni soggettive... lo studio del comportamento facciale mediante sistemi automatici offre importanti prospettive», scrivono.
All’Istituto dei tumori Pascale stanno offrendo ai pazienti oncologici il supporto dell’Ia per rendere più oggettiva la loro percezione di quanto soffrono