LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO NEL PARKINSON
Una possibilità ancora sottovalutata, che invece andrebbe incoraggiata
La malattia di Parkinson si caratterizza non soltanto per la presenza di sintomi motori, in particolare lentezza e rigidità ma anche per sintomi non motori, quali fatica, umore, depressione, disturbi del sonno ed è proprio su questo piano che la medicina si è concentrata negli ultimi anni per migliorare la qualità di vita del paziente.
Di recente la gestione della malattia di Parkinson è nettamente migliorata non solo grazie all’introduzione di nuovi farmaci e a un miglior uso di questi nella fase iniziale, intermedia e avanzata di malattia, ma anche grazie all’associazione precoce dell’esercizio fisico al trattamento farmacologico.
Una recente revisione della letteratura che ha incluso 109 studi e oltre 4 mila pazienti ha rilevato che quelli che praticavano regolarmente attività come la danza, lo yoga, l’allenamento multimodale, il nordic walking, l’allenamento in acqua e il Qigong hanno ottenuto un rallentamento proci, gressivo dei sintomi motori.
L’esercizio fisico può migliorare anche le funzioni cognitive, la qualità del sonno e la qualità di vita delle persone affette da Parkinson.
L’esercizio aerobico ha, inoltre, benefici generici per la salute delle persone con Parkinson, tra cui una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari, una minore mortalità e una migliore salute delle ossa.
Inoltre, esistono anche prove in cui si dimostra che l’esercizio aerobico migliora la forma fisica e attenua i sintomi motori anche in assenza provvisoria di farmaci, ma gli effetti a lungo termine vanno approfonditi maggiormente.
Mancano però degli elementi essenziali da far rientrare nei protocolli terapeutiambienti primo fra tutti la prescrizione da parte del neurologo di un’attività fisica regolare come parte integrante del percorso di cura.
Occorre, quindi, riformulare il glossario dell’attività motoria.
Non parliamo solo di «riabilitazione motoria» per ripristinare alcune funzioni, come nel caso di instabilità posturale e di freezing.
Parliamo anche di esercizio fisico fino a una vera e propria attività sportiva, preferibilmente aerobica e con esercizi di allungamento muscolare, come possono essere le attività citate prima.
Attualmente mancano anche raccomandazioni chiare sui test clinici da sforzo più adatti e non solo.
Gli studi descrivono numerosi test che valutano i domini interessati dal Parkinson, ma la necessità di prescrivere l’esercizio corretto in base ai risultati di ciascun test è ancora sottovalutata.
Inoltre, si sa poco sui programmi di esercizio in termini di frequenza, intensità, tempo e tipo di intervento rivolti ai pazienti in base alla gravità della malattia.
Andare oltre la «riabilitazione motoria», per ripristinare alcune funzioni, come nel caso di instabilità posturale e di freezing