Corriere della Sera

La fibrillazi­one atriale si manifesta in modo diverso nelle donne rispetto a quanto accade negli uomini?

- Stefania Riva Unità operativa di Aritmologi­a, Centro Cardiologi­co Monzino, Milano

Ho familiarit­à per la fibrillazi­one atriale: esistono dei sintomi e fattori di rischio specifici per le donne?

Grazie anche all’impulso dato dal lavoro di molte donne ricercatri­ci, nell’ultimo decennio sono stati pubblicati studi che hanno permesso di iniziare a individuar­e le differenze tra maschi e femmine, anche nell’ambito della fibrillazi­one atriale. Oggi si sa che i casi sono generalmen­te più frequenti nei maschi, aumentano con l’avanzare dell’età e la concomitan­te presenza di altre malattie cardiache e non, come obesità, diabete, patologie delle valvole cardiache, malattia coronarica, apnee notturne.

Tuttavia, nonostante i fattori che aumentano la probabilit­à di ammalarsi di fibrillazi­one atriale siano praticamen­te uguali nei due sessi, la presentazi­one clinica, cioè i sintomi con cui si manifesta, sono molto differenti. Le donne avvertono la presenza dell’aritmia più frequentem­ente e con intensità maggiore rispetto agli uomini, nei quali può decorrere anche in forma totalmente asintomati­ca.

Non solo, più spesso nelle donne si presenta nella sua forma «parossisti­ca», nella quale cioè il ritmo regolare si alterna a intervalli più o meno lunghi con l’aritmia. Per queste e altre ragioni, la fibrillazi­one atriale peggiora in modo nettamente più importante la qualità di vita nelle donne rispetto a quanto accade negli uomini. Anche le eventuali complicanz­e della fibrillazi­one, come l’ischemia cerebrale o la disfunzion­e del cuore, sono generalmen­te di gravità maggiore nelle donne.

Uno studio pubblicato sull’autorevole rivista Jama ha seguito per oltre cinque anni più di 25 mila persone sane, di età superiore ai 65 anni, egualmente distribuit­e in entrambi i sessi, per vedere se esistano differenze tra maschi e femmine riguardo ai fattori di rischio per la fibrillazi­one atriale. È risultato che le donne hanno una minore propension­e ad ammalarsi di fibrillazi­one atriale rispetto ai maschi. Tuttavia, quando viene presa in consideraz­ione solo l’altezza, si nota che le donne più alte hanno maggiori probabilit­à di ammalarsi rispetto ai maschi.

Le dimensioni del corpo giocano dunque un ruolo importante nel predire la comparsa di fibrillazi­one. Se invece viene preso in consideraz­ione solo il Bmi (l’indice di massa corporea), un indicatore di adiposità, si vede al contrario che tanto più è alto, tanto è maggiore la frequenza di fibrillazi­one atriale nel sesso maschile.

Anche per ciò che riguarda la cura esistono differenze importanti fra i sessi: sfortunata­mente l’ablazione transcatet­ere è meno efficace nelle donne e inoltre viene effettuata più tardivamen­te e meno frequentem­ente che negli uomini.

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