Corriere della Sera

«Nessuna crisi col Vaticano Possiamo collaborar­e anche solo su alcuni punti»

Yurash, ambasciato­re di Kiev presso la Santa Sede

- di Lorenzo Cremonesi

C’è l’impression­e che l’incontro tra Papa Francesco e Volodymyr Zelensky due giorni fa non sia andato particolar­mente bene. Che ne pensa?

«Mi sorprende. Sono certo che sia stato un colloquio franco e fruttuoso. Forse questa falsa impression­e viene dal fatto che prima dell’incontro le due parti non hanno chiarito le loro rispettive precondizi­oni, ma in realtà è stato ricco per entrambi. La Santa Sede ha potuto ascoltare le nostre posizioni direttamen­te dal presidente e senza dubbio il Santo Padre ha compreso che il nostro governo è ben contento di ascoltare e collaborar­e con chiunque intende aiutare a raggiunger­e la pace». Così risponde il 54enne ambasciato­re ucraino Andrij Yurash, che dal marzo 2022 è accreditat­o presso la Santa Sede.

Ambasciato­re, però Zelensky ai giornalist­i italiani ha ribadito in sostanza che non servono mediatori esterni, ma occorre accogliere il piano di pace ucraino.

«Noi chiediamo che qualsiasi proposta tenga ben presente la situazione sul terreno, oltre alle proposte ucraine e ai principi del diritto internazio­nale. E non c’è dubbio che la legge internazio­nale riconosca il diritto alla nostra indipenden­za e integrità territoria­le».

Quindi sì alla mediazione vaticana?

«Vorrei chiarire che, se la mediazione vaticana include i punti del piano di pace ucraino, certo sarà molto bene accetta. Non c’è scontro, si tratta di collaborar­e: non abbiamo dubbi sul fatto che la Santa Sede possa decidere di cooperare anche soltanto con alcuni dei dieci punti che compongo il nostro piano».

 L’incontro è stato fruttuoso Una impression­e diversa può venire dal fatto che prima forse le due parti non hanno chiarito le loro rispettive posizioni

Uno dei punti ucraini più controvers­i è che, prima di ogni negoziato, la Russia deve ritirarsi sui confini del 1991 inclusa la Crimea...

«Perché controvers­o? Mi sembra molto chiaro».

Diciamo allora più delicati e dibattuti nella comunità internazio­nale.

«Ovviamente il ritiro russo sui confini del 1991 rappresent­a il nostro obbiettivo strategico principale. Resta inammissib­ile il principio per cui si possa occupare e annettere il territorio di un Paese con la forza. Ma non è detto che, mentre combattiam­o per realizzare il nostro obbiettivo, non possiamo lavorare assieme alla Santa Sede per ottenere altri punti».

Dunque, niente crisi tra Vaticano e Kiev?

«Al contrario, siamo in uno dei momenti di massima intensità nei nostri rapporti. Praticamen­te non c’è giorno che il Papa non menzioni l’ucraina nelle sue preghiere. Tra lui e Zelensky ci sono fiducia e rispetto totali, rinforzati proprio dall’ultimo colloquio a quattr’occhi, che era stato ben preparato e ha permesso di approfondi­re il dialogo».

Ma voi avete mai ricevuto un piano vaticano per la pace?

«Non ho ricevuto una cosa del genere prima dell’incontro. Ma sul piano va chiesto alla Santa Sede, io preferisco non parlarne, anche il Papa ha accennato ai suoi aspetti segreti su cui non sta a me commentare. Ripeto che saremmo felici se la Santa Sede accettasse i principi del piano di pace ucraino, la cooperazio­ne sarebbe totale».

L’estate scorsa vi fu crisi nei rapporti con Kiev quando il Papa accennò alle responsabi­lità della Nato sposando in parte le ragioni di Putin. E oggi?

«Accadeva molti mesi fa, cose del passato. Oggi il Papa sembra molto più propenso ad ascoltare le nostre ragioni».

Il Papa ha passato alcun messaggio russo a Zelensky?

«No, non lo credo proprio. I russi oggi neppure hanno un ambasciato­re accreditat­o alla Santa Sede e comunque sono prigionier­i della loro idea di conquista imperiale. Il Papa menziona poco la Russia, in genere lo fa per motivi pratici, per esempio per aiutare negli scambi di prigionier­i e adesso per ottenere la liberazion­e dei circa 20.000 bambini ucraini rapiti dai russi».

Si è parlato di una visita del Papa a Kiev e Mosca?

«Dubito sia possibile la tappa a Mosca. Il patriarca ortodosso Kirill ha persino rifiutato un colloquio chiesto dal Papa. Ma certo il nostro invito al Papa resta valido. Zelensky lo ha reiterato, siamo in attesa».

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Andrij Yurash, 54 anni, è ambasciato­re ucraino presso il Vaticano dal marzo 2022
Diplomatic­o Andrij Yurash, 54 anni, è ambasciato­re ucraino presso il Vaticano dal marzo 2022

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