Corriere della Sera

Da mesi era in bilico La scelta di Viale Mazzini senza aver trovato chi potrà sostituirl­o

Dopo le elezioni disse: qualcosa accadrà

- di Renato Franco

Ancora due puntate e poi da domenica 28 Fabio Fazio scomparirà dai telescherm­i Rai. Cronaca di una morte (metaforica) annunciata, o meglio evocata per anni, pretesa, voluta, desiderata (Salvini, su tutti) e alla fine eccolo lì, lo scalpo eccellente. Il suo. Durante la trasmissio­ne sembra il solito Fazio — tranquillo, sereno, sornione, divertito — anche perché per lui questo divorzio dopo 40 anni di Rai non è un fulmine a ciel sereno. Aveva già intuito, capito da tempo che questa era la volta «buona». La sua pratica — il rinnovo del contratto in scadenza — era nelle mani di Carlo Fuortes, l’amministra­tore delegato della Rai che pochi giorni fa ha deciso di rassegnare le dimissioni prendendo atto che «non ci sono più le condizioni per proseguire». Condizioni che da tempo erano precarie e nel momento in cui il potere dell’ad ha iniziato a vacillare nessuno si è fatto vivo con Fazio. Binario morto. Tre mesi di silenzio. E se uno non ti chiama per tre mesi, sai come va a finire...

Il conduttore ha dovuto solo unire i puntini. Le prime avvisaglie a ottobre scorso, con l’elezione di Giorgia Meloni, quando il vento era definitiva­mente cambiato. Lui un po’ se lo sentiva, «vedrai che dovranno fare qualcosa», confidava mesi fa. Nel momento in cui la firma del suo nuovo contratto si è arenata al settimo piano di Viale Mazzini, il cerchio si è chiuso. Se qualcuno aveva dubbi, il tweet di Salvini («Belli ciao») li cancella tutti: è la battuta che circola dietro le quinte della trasmissio­ne.

Fazio rivela il suo stato d’animo in diretta al Tg3, poco prima di mettersi dietro il bancone di Che tempo che fa: «Il mio lavoro continuerà altrove, d’altronde non tutti i protagonis­ti sono adatti per tutte le narrazioni, quindi continuo a fare serenament­e altrove il mio lavoro... Conserverò solo un ricordo meraviglio­so di questi 40 anni».

Una foto con Blanco pubblicata sui social, una lunga chiacchier­ata con Ferruccio de Bortoli. Prima di andare in onda, il conduttore si intrattien­e con i suoi ospiti come fa sempre. Contentiss­imo della nuova avventura, così lo dipingono adesso. Ci pensa de Bortoli a rompere in diretta il muro del silenzio: «Oggi la notizia sei tu Fabio. Il tuo addio è una grandissim­a perdita per il servizio pubblico e un grandissim­o errore editoriale». Come al solito, diretto al punto. Fazio mantiene il basso profilo, nel suo stile: «Nessuna vocazione a essere considerat­i vittime, o martiri». Anche perché le amarezze riesce a metterle velocement­e in soffitta.

A ottobre aveva confessato lo stato d’animo che provava in questi anni di polemiche sempre accese: «Gli attacchi della politica non fanno mai piacere soprattutt­o perché ci si ritrova soli. Vivo il mio mestiere con tranquilli­tà, faccio quello che so fare e il mio riferiment­o è solo il pubblico. E poi nessun mestiere, in particolar­e questo, si può fare con il rancore. Le amarezze per mia fortuna le dimentico, un altro privilegio dell’essere smemorati».

La verità è che Fazio si è sempre sentito solo in Rai, l’azienda non lo ha mai difeso pubblicame­nte, nonostante i continui attacchi. Eppure, volenti o nolenti, al di là di come la si pensa, il suo curriculum è inattaccab­ile. La sua trasmissio­ne ha sempre portato ascolti, che significa anche pubblicità, dunque soldi, «si ripaga da sola» ha sempre detto. Ed è vero. Con una media di share che è doppia di quella di rete. E viene da fare gli auguri a chi dovrà sostituirl­o. Per la Rai ha tutto l’aspetto di un autogol, perché almeno devi trovare uno che vale uguale prima di lasciarlo andare. Il suo era il salotto a cui tutti ambivano, se un grande personaggi­o passava per l’italia sicuro che faceva tappa a Che tempo che fa.

Solo pochi mesi fa diceva che non si preoccupav­a più di tanto di una Rai sempre più a destra: «Non si può cambiare un programma televisivo a seconda del governo in carica: un panettiere non cambia il pane che fa se governa la destra o la sinistra». Stesso pane, ma la panetteria (da Rai3 a Discovery) però gliel’hanno fatta cambiare...

Le parole di de Bortoli «Oggi la notizia sei tu Il tuo addio è un grandissim­o errore editoriale»

 ?? ?? Gli esordi Fabio Fazio con il giornalist­a Corradino Mineo nel 1982, anno in cui esordisce in Rai come imitatore nel programma radio Black out. Poi, sempre per la tv di Stato, partecipa a un grande provino organizzat­o dal talent scout e autore Bruno Voglino: Gianni Boncompagn­i lo fa esordire su Rai Uno nel 1983 con Raffaella Carrà in una puntata di Pronto, Raffaella?
Gli esordi Fabio Fazio con il giornalist­a Corradino Mineo nel 1982, anno in cui esordisce in Rai come imitatore nel programma radio Black out. Poi, sempre per la tv di Stato, partecipa a un grande provino organizzat­o dal talent scout e autore Bruno Voglino: Gianni Boncompagn­i lo fa esordire su Rai Uno nel 1983 con Raffaella Carrà in una puntata di Pronto, Raffaella?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy