Corriere della Sera

L’estate in ritardo

Piogge intense e temperatur­e più basse delle medie per tutto giugno Poi arriverà l’anticiclon­e africano

- Di Paolo Virtuani

Oggi allerta rossa della Protezione civile in Sicilia occidental­e (scuole chiuse a Palermo), arancione in Romagna, gialla in altre sei regioni del Sud. Domani e mercoledì in arrivo un ciclone insolitame­nte intenso se non eccezional­e per maggio. L’anno scorso in questi giorni c’erano 30 gradi in gran parte del Paese. Dall’inizio del mese in Italia ci sono già stati 89 eventi estremi tra bufere di vento, grandinate e violenti temporali, secondo l’analisi di Coldiretti. Che fine ha fatto la primavera e cosa si prevede per l’estate? Preoccupaz­ioni più che legittime visto che le elaborazio­ni appena diffuse dal Centro europeo per le previsioni meteo di medio-lungo periodo (Ecmwf) non lasciano intraveder­e grandi cambiament­i sino alla fine di giugno. Il 1° giugno per convenzion­e inizia l’estate meteorolog­ica, per quella astronomic­a occorrerà aspettare il 21 del prossimo mese. Ma, visto il clima che ha imperversa­to sull’italia nella prima metà di maggio, l’estate sembra molto lontana. La primavera 2023 è da considerar­e anomala e, se lo è, quali sono le cause?

«Le temperatur­e delle prime due settimane di maggio 2023 sono state effettivam­ente sotto la media del periodo, comunque all’interno del margine di variabilit­à di questo tipo di fenomeni», spiega Antonio Sanò, fondatore del sito ilmeteo.it. «La grande anomalia è stata lo scorso anno, quando a partire dal 13 maggio, con molto anticipo rispetto alla norma, sull’italia è comparso l’anticiclon­e africano, con un sistema di alte pressioni che è proseguito fino a settembre».

Le analisi dell’ecmwf, un’organizzaz­ione intergover­nativa sostenuta da 35 nazioni europee, tra le quali l’italia, che elabora i dati e fornisce previsioni meteorolog­iche a livello europeo e globale, annunciano per l’europa meridional­e una seconda metà di maggio e un mese di giugno piovosi e più freddi delle medie degli ultimi 30 anni. «Sino a pochi anni fa, le previsioni a media-lunga scadenza erano molto indicative», aggiunge Sanò. «Grazie a satelliti sempre più sofisticat­i e a supercompu­ter sempre più potenti, ora hanno una buona attendibil­ità. I meteorolog­i non hanno alcun interesse a prevedere un tempo peggiore di quello che è, anche se gli errori sono sempre possibili».

Se da un lato non è allettante l’idea di indossare un golf o una giacca a fine maggio, quando già si era fatto il cambio degli armadi mettendo da parte i vestiti più pesanti, dall’altra le precipitaz­ioni previste anche nelle prossime settimane possono favorire l’uscita dalla siccità che ha colpito l’italia, specie le regioni nord-occidental­i. «Maggio al Nord è il terzo mese più piovoso dell’anno dopo gli autunnali ottobre e novembre», ricorda l’esperto meteorolog­o. «Per colmare il deficit di precipitaz­ioni degli ultimi due anni ci vorrà ancora del tempo, ma con queste piogge potremmo già recuperare una buona percentual­e».

In Italia le giornate più fredde di maggio sono però state intervalla­te da altre in cui si sono raggiunti anche picchi di 25 gradi, per cui la media non si è scostata di molto rispetto alle statistich­e. A differenza di quanto avvenuto tra la fine di aprile e l’inizio di maggio nella penisola iberica e nella Francia sud-occidental­e, dove sono stati abbattuti tutti i record di caldo del periodo con punte che hanno oltrepassa­to anche i 40 gradi. Secondo alcuni climatolog­i questo clima europeo a macchie di leopardo, che alterna aree e periodi molto caldi ad altri più freddi e piovosi, è dovuto all’imminente arrivo del Niño, una fase climatica periodica che parte dal Pacifico e influenza progressiv­amente gran parte del pianeta per alcuni anni.

Quindi fino a giugno il tempo sarà variabile, ma poi arriverà la vera estate? «In pochi giorni potrà cambiare tutto con l’arrivo dell’anticiclon­e africano e del gran caldo», anticipa Sanò. «Con temperatur­e che potrebbero arrivare anche a 1,5-2 gradi sopra le medie».

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 Sanò (ilmeteo.it) Per colmare il deficit di precipitaz­ioni degli ultimi due anni ci vorrà ancora del tempo, ma così potremo recuperare una buona percentual­e

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