«Piscina abusiva nella villa del regista» Scatta il sequestro
Una villa da sogno, in un posto da sogno. La nuova piscina, però, in cemento armato, per i carabinieri è abusiva e così è stato denunciato il proprietario, il regista romano Paolo Genovese. Tecnicamente, la proprietà è della Pupilla Film srl, società a lui riconducibile. Fatto sta che i lavori, ora, sono fermi e l’opera è finita sotto sequestro.
Litorale laziale, San Felice Circeo. Luogo simbolo, frequentato dai romani che amano il bel mare e pure da moltissimi vip che d’estate traslocano alle pendici del promontorio verde e blu, verde del parco nazionale e blu del Tirreno, per trascorrere le loro giornate. Ecco, è proprio nel parco — vincolato, da sempre molto sorvegliato — che sorge la villa della società di Genovese attualmente in ristrutturazione. Il regista avrebbe comprato il terreno cinque anni fa e ora, fuori in giardino, ci hanno messo pure la piscina. Non esagerata, nelle dimensioni: dalle foto che i militari del nucleo investigativo di polizia ambientale e i colleghi della stazione carabinieri «Parco» di Sabaudia hanno allegato all’informativa da mandare in Procura, la vasca appare contenuta. In ogni caso si tratta di cemento armato e, soprattutto, quell’opera — secondo i carabinieri che hanno compiuto le verifiche — lì non potrebbe esserci: non ci sarebbero, insomma, i titoli autorizzativi. Di qui la denuncia per abuso edilizio.
Trattandosi di un’area vincolata i blitz sono frequenti e dunque spesso spuntano fuori le irregolarità. Per esempio nel 2018 venne denunciata Claudia Zanella, moglie del regista Fausto Brizzi, all’epoca accusata di aver sventrato una fetta di parco per costruirsi l’accesso alla villa.
Genovese, regista di «Perfetti sconosciuti» in passato era finito sulle cronache per la vicenda giudiziaria del figlio Pietro, condannato a 5 anni e 4 mesi per omicidio stradale: nel 2019 a Roma investì e uccise le studentesse Camilla Romagnoli e Gaia von Freymann. Durante i domiciliari nella residenza di famiglia nella Capitale, nell’esclusivo quartiere Coppedè, i vicini chiamarono i carabinieri: schiamazzi e musica a tutto volume, raccontarono. Una parte della pena, Pietro Genovese la scontò al mare, proprio al Circeo.