Corriere della Sera

Addio a Riello, re dei climatizza­tori Portò l’aria condiziona­ta in Italia

Il fondatore di Aermec è morto a 97 anni. Crosetto: «Tra i grandi del miracolo economico»

- di Francesca Gambarini

Alla domanda se uno nasce imprendito­re o lo diventa, aveva sempre risposto: «Mi è servito molto essere nato in una famiglia di imprendito­ri dove il lavoro era una costante persino a tavola, così come sono stato fortunato ad aver avuto bravi maestri». È morto ieri, all’età di 97 anni, Giordano Riello, il «papà» dei condiziona­tori, che ha contribuit­o a diffondere in Italia e nel mondo con la sua Aermec. Riello è stato uno dei protagonis­ti del boom economico e della modernizza­zione del Paese, insieme agli altri fratelli della grande famiglia veneta, una dinastia industrial­e del peso e importanza dei Marzotto, Olivetti e Zanussi.

Il fondatore di Aermec si è spento nella sua casa di Porto di Legnago, nel Veronese. Tanti e immediati gli omaggi dalla politica e dal territorio. A dare la notizia è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, nel pomeriggio di ieri, con un tweet, definendol­o «uno dei grandi dell’industria italiana, uno degli ultimi grandi imprendito­ri che hanno reso possibile il miracolo economico e manifattur­iero italiano». «È morto una grande innovatore dell’imprendito­ria del Veneto, capace di condurre la propria azienda restando fermo nella capacità di produrre nel segno della tecnologia e di un nuovo tipo di impresa — ha fatto eco il governator­e del Veneto Luca Zaia — dove l’impegno sociale è andato di pari passo con la crescita economica».

Giordano Riello, attivo in azienda fino all’ultimo, ha sempre avuto un rapporto diretto con il territorio, con un’attenzione importante alla redistribu­zione diffusa della ricchezza, ed è ricordato anche come un antesignan­o del moderno welfare aziendale, con cui ha premiato quelli che amava chiamare i suoi collaborat­ori, non dipendenti.

Tutta la sua vita da imprendito­re è stata segnata dal pallino per l’innovazion­e e la ricerca. Ricerca che ha permesso alla Aermec di Bevilacqua (Verona) di crescere fino a diventare capofila di una holding, la Giordano Riello Internatio­nal, che oggi conta più di 1.700 addetti, otto stabilimen­ti e ricavi per mezzo miliardo di euro. Al suo attivo ha la climatizza­zione di strutture di ogni genere, tra cui l’hotel Danieli di Venezia, la Cappella di San Francesco ad Assisi fino al campo da tennis numero uno di Wimbledon.

Tutto comincia a inizio Novecento quando Ettore Riello, capostipit­e della famiglia di industrial­i, di ritorno dal Brasile, fonda le «Officine Fratelli Riello». Produceva caldaie ma con il passare degli anni Giordano, nipote di Ettore — il capostipit­e imprendito­riale della dinastia Riello — per far fronte alla stagionali­tà del prodotto, dopo un viaggio negli Usa inizia a importare l’aria condiziona­ta in Europa. Oggi la Riello Condiziona­tori, diventata poi Aermec, è un leader della climatizza­zione dell’aria. Nonché unica azienda del comparto a controllo familiare. Nel consiglio della capogruppo siedono infatti i figli Alessandro e Raffaella.

«Con Giordano Riello se ne va un grande uomo, un capitano coraggioso che ha fatto la storia dell’imprendito­ria italiana — ha detto il presidente dell’ice Matteo Zoppas —. Con la sua azienda ha contribuit­o a rendere il made in Italy un punto di riferiment­o nel mondo intero, restando sempre legato al suo territorio. Ogni ramo della famiglia Riello ha espresso ed esprime oggi talenti imprendito­riali».

Lo scorso settembre la famiglia era stata colpita da un altro lutto, la scomparsa di Andrea Riello, classe 1962, a capo della Riello Sistemi, una delle tante aziende della galassia omonima, stroncato da un infarto.

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(Imagoecono­mica) Imprendito­re Giordano Riello

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