Addio a Riello, re dei climatizzatori Portò l’aria condizionata in Italia
Il fondatore di Aermec è morto a 97 anni. Crosetto: «Tra i grandi del miracolo economico»
Alla domanda se uno nasce imprenditore o lo diventa, aveva sempre risposto: «Mi è servito molto essere nato in una famiglia di imprenditori dove il lavoro era una costante persino a tavola, così come sono stato fortunato ad aver avuto bravi maestri». È morto ieri, all’età di 97 anni, Giordano Riello, il «papà» dei condizionatori, che ha contribuito a diffondere in Italia e nel mondo con la sua Aermec. Riello è stato uno dei protagonisti del boom economico e della modernizzazione del Paese, insieme agli altri fratelli della grande famiglia veneta, una dinastia industriale del peso e importanza dei Marzotto, Olivetti e Zanussi.
Il fondatore di Aermec si è spento nella sua casa di Porto di Legnago, nel Veronese. Tanti e immediati gli omaggi dalla politica e dal territorio. A dare la notizia è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, nel pomeriggio di ieri, con un tweet, definendolo «uno dei grandi dell’industria italiana, uno degli ultimi grandi imprenditori che hanno reso possibile il miracolo economico e manifatturiero italiano». «È morto una grande innovatore dell’imprenditoria del Veneto, capace di condurre la propria azienda restando fermo nella capacità di produrre nel segno della tecnologia e di un nuovo tipo di impresa — ha fatto eco il governatore del Veneto Luca Zaia — dove l’impegno sociale è andato di pari passo con la crescita economica».
Giordano Riello, attivo in azienda fino all’ultimo, ha sempre avuto un rapporto diretto con il territorio, con un’attenzione importante alla redistribuzione diffusa della ricchezza, ed è ricordato anche come un antesignano del moderno welfare aziendale, con cui ha premiato quelli che amava chiamare i suoi collaboratori, non dipendenti.
Tutta la sua vita da imprenditore è stata segnata dal pallino per l’innovazione e la ricerca. Ricerca che ha permesso alla Aermec di Bevilacqua (Verona) di crescere fino a diventare capofila di una holding, la Giordano Riello International, che oggi conta più di 1.700 addetti, otto stabilimenti e ricavi per mezzo miliardo di euro. Al suo attivo ha la climatizzazione di strutture di ogni genere, tra cui l’hotel Danieli di Venezia, la Cappella di San Francesco ad Assisi fino al campo da tennis numero uno di Wimbledon.
Tutto comincia a inizio Novecento quando Ettore Riello, capostipite della famiglia di industriali, di ritorno dal Brasile, fonda le «Officine Fratelli Riello». Produceva caldaie ma con il passare degli anni Giordano, nipote di Ettore — il capostipite imprenditoriale della dinastia Riello — per far fronte alla stagionalità del prodotto, dopo un viaggio negli Usa inizia a importare l’aria condizionata in Europa. Oggi la Riello Condizionatori, diventata poi Aermec, è un leader della climatizzazione dell’aria. Nonché unica azienda del comparto a controllo familiare. Nel consiglio della capogruppo siedono infatti i figli Alessandro e Raffaella.
«Con Giordano Riello se ne va un grande uomo, un capitano coraggioso che ha fatto la storia dell’imprenditoria italiana — ha detto il presidente dell’ice Matteo Zoppas —. Con la sua azienda ha contribuito a rendere il made in Italy un punto di riferimento nel mondo intero, restando sempre legato al suo territorio. Ogni ramo della famiglia Riello ha espresso ed esprime oggi talenti imprenditoriali».
Lo scorso settembre la famiglia era stata colpita da un altro lutto, la scomparsa di Andrea Riello, classe 1962, a capo della Riello Sistemi, una delle tante aziende della galassia omonima, stroncato da un infarto.