Soldi, il peso doppio del voto «Pronta a farlo ancora Su “Che tempo che fa” poteva muoversi Fuortes»
La numero uno di viale Mazzini: dispiaciuta per l’addio del conduttore
Che gli occhi ieri fossero tutti puntati su di lei, Marinella Soldi, dal luglio 2021 presidente della Rai, lo sapeva in partenza. Nel consiglio di amministrazione a sei che doveva ratificare la nomina del nuovo ad Roberto Sergio, spaccato a metà, il suo voto, che in parità vale doppio, ha fatto la differenza, garantendo la nomina di Sergio.
Una scelta che ha scatenato la protesta del Pd: «Non so quali siano le motivazioni di questo voto — ha tuonato il membro della commissione di Vigilanza, Francesco Verducci — quello che invece so è che il presidente Rai ha il
L’opposizione attacca Il commissario di vigilanza Verducci, Pd: «Da lei ci aspettiamo un ruolo di garanzia»
compito e il dovere di esercitare un effettivo ruolo di garanzia (...) Ci aspettiamo che eserciti questo ruolo». Per il Pd, insomma, Soldi avrebbe dovuto astenersi, facendo cadere la nomina di Sergio.
Una responsabilità che la presidente non ha voluto assumersi: «Sono una tecnica — spiega — provengo dal mondo dell’impresa (dal 2009 al 2018 è stata ad di Discovery Networks per il Sud Europa, ndr), il mio agire è nell’interesse dell’azienda, nel rispetto dei ruoli e all’insegna della trasparenza». Ma chi dice che ratificare la nomina di Sergio sia nell’interesse dell’azienda? «Sergio è stato nominato su indicazione degli azionisti — ragiona Soldi —: il ministero dell’Economia e Siae. La mia decisione a riguardo, del cui peso sono consapevole, è stata espressa per rispettare l’indicazione degli azionisti e per l’urgenza di uscire da lunghi mesi di stallo e incertezze ged’eccezione stionali».
Dunque Soldi non nega di aver fatto anche una valutazione propria: «Nel mio ruolo di presidente, se l’azionista propone un nome, questo va valutato secondo criteri oggettivi. Il gusto personale, l’orientamento politico non devono pesare». Cosa ha pesato allora? «Sergio è un interno, conosce bene la macchina Rai, dovrebbe poter velocemente entrare nella risoluzione dei temi aziendali».
Questa linea di comportamento, per Soldi, rispetta «le procedure previste da una governance che è in vigore, ci piaccia o meno, e che definisce competenze e responsabilità». E anticipa: «Questa sarà la mia linea anche per i voti che esprimerò sulle prossime proposte dell’ad».
Nessun passo indietro, dunque, anche quando, prossimamente, a passare al vaglio del cda saranno i nuovi organigrammi o il budget di fine anno. Una presa di posizione netta, che fa il paio con quella assunta domenica scorsa sul caso del mancato rinnovo del contratto di Fabio Fazio. In quella circostanza, la presidente ha rotto il consueto riserbo per precisare con una nota che la responsabilità di non aver messo ai voti il contratto del conduttore, trattenendolo, sarebbe stata dell’ex ad Carlo Fuortes, contrariamente a quanto da questi dichiarato. Una posizione che la manager ora conferma: «La questione Fazio-Che tempo che fa avrebbe dovuto essere portata per tempo all’attenzione del cda Rai, anche per un tema di trasparenza rispetto a un prodotto strategico e di importante portata economica, per poter valutare una proposta che mettesse insieme costi e benefici».
Ma il suo non è soltanto un giudizio di carattere economico: «Mi dispiace sinceramente che Fazio lasci la Rai — dice infatti —. Parliamo di un grande professionista e Che tempo che fa è un prodotto di riconosciuta qualità, seguito dal pubblico, che in 20 anni ha messo a segno importanti esclusive, portando ospiti di livello internazionale, toccando valori che mi appartengono e sono propri del servizio pubblico. Detto questo, il mercato è libero e non è inusuale che i talent valutino cambi di percorso, evoluzioni professionali e artistiche e che negozino nel proprio interesse».
Ma intanto si guarda avanti. «Abbiamo un anno di mandato e in questo anno dobbiamo finalizzare il nuovo Contratto di servizio, il Piano industriale e il Piano di sostenibilità. Al centro di tutto c’è la trasformazione dell’azienda in media company digitale. Non si tratta di un’opzione ma di una necessità urgente: serve dunque un clima di collaborazione e un atteggiamento responsabile da parte di tutti gli stakeholder» è l’invito (e l’avviso) di Marinella Soldi.