Corriere della Sera

Soldi, il peso doppio del voto «Pronta a farlo ancora Su “Che tempo che fa” poteva muoversi Fuortes»

La numero uno di viale Mazzini: dispiaciut­a per l’addio del conduttore

- Di Antonella Baccaro

Che gli occhi ieri fossero tutti puntati su di lei, Marinella Soldi, dal luglio 2021 presidente della Rai, lo sapeva in partenza. Nel consiglio di amministra­zione a sei che doveva ratificare la nomina del nuovo ad Roberto Sergio, spaccato a metà, il suo voto, che in parità vale doppio, ha fatto la differenza, garantendo la nomina di Sergio.

Una scelta che ha scatenato la protesta del Pd: «Non so quali siano le motivazion­i di questo voto — ha tuonato il membro della commission­e di Vigilanza, Francesco Verducci — quello che invece so è che il presidente Rai ha il

L’opposizion­e attacca Il commissari­o di vigilanza Verducci, Pd: «Da lei ci aspettiamo un ruolo di garanzia»

compito e il dovere di esercitare un effettivo ruolo di garanzia (...) Ci aspettiamo che eserciti questo ruolo». Per il Pd, insomma, Soldi avrebbe dovuto astenersi, facendo cadere la nomina di Sergio.

Una responsabi­lità che la presidente non ha voluto assumersi: «Sono una tecnica — spiega — provengo dal mondo dell’impresa (dal 2009 al 2018 è stata ad di Discovery Networks per il Sud Europa, ndr), il mio agire è nell’interesse dell’azienda, nel rispetto dei ruoli e all’insegna della trasparenz­a». Ma chi dice che ratificare la nomina di Sergio sia nell’interesse dell’azienda? «Sergio è stato nominato su indicazion­e degli azionisti — ragiona Soldi —: il ministero dell’Economia e Siae. La mia decisione a riguardo, del cui peso sono consapevol­e, è stata espressa per rispettare l’indicazion­e degli azionisti e per l’urgenza di uscire da lunghi mesi di stallo e incertezze ged’eccezione stionali».

Dunque Soldi non nega di aver fatto anche una valutazion­e propria: «Nel mio ruolo di presidente, se l’azionista propone un nome, questo va valutato secondo criteri oggettivi. Il gusto personale, l’orientamen­to politico non devono pesare». Cosa ha pesato allora? «Sergio è un interno, conosce bene la macchina Rai, dovrebbe poter velocement­e entrare nella risoluzion­e dei temi aziendali».

Questa linea di comportame­nto, per Soldi, rispetta «le procedure previste da una governance che è in vigore, ci piaccia o meno, e che definisce competenze e responsabi­lità». E anticipa: «Questa sarà la mia linea anche per i voti che esprimerò sulle prossime proposte dell’ad».

Nessun passo indietro, dunque, anche quando, prossimame­nte, a passare al vaglio del cda saranno i nuovi organigram­mi o il budget di fine anno. Una presa di posizione netta, che fa il paio con quella assunta domenica scorsa sul caso del mancato rinnovo del contratto di Fabio Fazio. In quella circostanz­a, la presidente ha rotto il consueto riserbo per precisare con una nota che la responsabi­lità di non aver messo ai voti il contratto del conduttore, trattenend­olo, sarebbe stata dell’ex ad Carlo Fuortes, contrariam­ente a quanto da questi dichiarato. Una posizione che la manager ora conferma: «La questione Fazio-Che tempo che fa avrebbe dovuto essere portata per tempo all’attenzione del cda Rai, anche per un tema di trasparenz­a rispetto a un prodotto strategico e di importante portata economica, per poter valutare una proposta che mettesse insieme costi e benefici».

Ma il suo non è soltanto un giudizio di carattere economico: «Mi dispiace sinceramen­te che Fazio lasci la Rai — dice infatti —. Parliamo di un grande profession­ista e Che tempo che fa è un prodotto di riconosciu­ta qualità, seguito dal pubblico, che in 20 anni ha messo a segno importanti esclusive, portando ospiti di livello internazio­nale, toccando valori che mi appartengo­no e sono propri del servizio pubblico. Detto questo, il mercato è libero e non è inusuale che i talent valutino cambi di percorso, evoluzioni profession­ali e artistiche e che negozino nel proprio interesse».

Ma intanto si guarda avanti. «Abbiamo un anno di mandato e in questo anno dobbiamo finalizzar­e il nuovo Contratto di servizio, il Piano industrial­e e il Piano di sostenibil­ità. Al centro di tutto c’è la trasformaz­ione dell’azienda in media company digitale. Non si tratta di un’opzione ma di una necessità urgente: serve dunque un clima di collaboraz­ione e un atteggiame­nto responsabi­le da parte di tutti gli stakeholde­r» è l’invito (e l’avviso) di Marinella Soldi.

 ?? ?? La «coppia» Fabio Fazio e Luciana Littizzett­o a «Che tempo che fa», trasmissio­ne sui canali Rai dal 2003
La «coppia» Fabio Fazio e Luciana Littizzett­o a «Che tempo che fa», trasmissio­ne sui canali Rai dal 2003

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