«Varriale voleva una prova falsa contro la donna aggredita»
L’8 agosto 2021, il giorno dopo aver messo le mani al collo della sua prima presunta vittima, Enrico Varriale raggiunge in Puglia l’altra donna con la quale aveva una relazione e che ora testimonia contro di lui a sostegno della ex (ignara) rivale in amore: «Quando arrivò era sereno e sorridente, me lo ricordo bene», dice la seconda donna, aggiungendo un particolare assai rilevante. «Ricordo che non aveva nessun segno sul volto, fece anche il bagno senza gli occhiali e lo avrei notato». Il dettaglio è importante perché quando questo primo caso di lesioni e stalking finì sui giornali, Varriale sostenne in una intervista che si trattò in realtà di una lite con colpi reciproci, nella quale riportò un occhio nero. Ma la seconda donna, che a dicembre dello stesso anno l’ha denunciato per gli stessi reati, davanti al giudice monocratico, parlando dietro un pannello per non incrociare lo sguardo dell’ex vicedirettore di Raisport, va oltre: «Venni a sapere dai giornali che aveva picchiato una donna e mi allontanai da lui. In seguito mi chiese di contattare un mio amico medico per farsi scrivere un falso certificato sulla ferita all’occhio. Il mio amico si rifiutò». I legali di Varriale, Fabio Lattanzi ed Ester Molinaro, invece sostengono di avere una foto dell’occhio gonfio e valutano una denuncia per falsa testimonianza. L’avvocato Teresa Manente, che assiste la vittima ed è parte civile con Associazione donna, deposita i messaggi scambiati tra le due donne, quando anche la seconda denunciò il giornalista. «Dopo lo schiaffo di Varriale — dice la testimone — mi sentii vicina a lei, capii cosa aveva provato». Ecco un estratto: «Sono al pronto soccorso, Varriale ha aggredito anche me», scrive lei. E la prima vittima: «Oddio, dimmi che non è vero, ti prego!! Ho paura per te. Che ti ha fatto? Sei al sicuro?». La testimone spiega che sta per denunciarlo e l’altra si raccomanda: «Chiama qualcuno che ti stia vicino». E la prima conclude: «Quello è pazzo, bisogna fermarlo prima che ammazzi qualcuno».